domenica 3 aprile 2011

ELEMENTI Dl ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA 4. Leonardo e l’elaborazione iconografica 1 : 1472-1482 Dalle Adorazioni Fiorentine alla Vergine delle Rocce

a) Leonardo da Vinci e il tema dell’Adorazione dei Magi




*1.- 6. Leonardo da Vinci, Adorazione dei Magi, insieme e particolari. 1481-82, tav., 246 x 243
Firenze, Uffizi

Se dell'incompiuto San Gerolamo della Pinacoteca Vaticana non si ha nessuna testimonianza documentaria, dell'Adorazione dei Magi, ora agli Uffizi, si sa che gli fu commissionata nel marzo 1481 dai monaci di San Donato a Scopeto, come pala dell'altare maggiore, da compiere entro trenta mesi; ma Leonardo non la consegnò mai e fu sostituita con un dipinto dello stesso soggetto, opera di Filippino Lippi.
L'opera, rimasta incompiuta, in giallolino e bistro, fu lasciata da Leonardo, in partenza per Milano, all'amico Amerigo Benci, il padre di Ginevra, nel 1482. In essa «nulla rimane dell'Epifania tradizionale, e ai pastori e ai re è sostituita la più vasta moltitudine delle mani, dei volti intensamente caratterizzati, dei panni guizzanti da un lato fuori dalle ombre della siepe umana, succhiati dall'altro da un sospeso pulviscolo luminoso. Non sono magi, non sono guardiani d'armenti: sono le creature viventi, tutte le creature con la fede e col dubbio, con le passioni e con le rinunce della vita, aureolate dalla luce creatrice di questo capolavoro in cui il colore non avrebbe luogo» (Angela Ottino).
L’opera è spesso definita incompiuta, o allo stato di abbozzo; l’esecuzione appare certamente interrotta, ma la tecnica adottata da Leonardo qui e nel coevo dipinto di San Girolamo (si veda più oltre) , è piuttosto quella di una pittura a chiaroscuro già completa in sé, che trasmette all’opera l’immediatezza ideativa del disegno, scavalcando le lungaggini e i tempi morti di una lenta esecuzione nelle tecniche tradizionali.
Del disegno alle prime fasi di ideazione, dello studio piuttosto che della composizione finita, l’Adorazione degli Uffizi ha anche le incongruenze spaziali e proporzionali che rendono difficile immaginarla come opera completabile; e d’altronde, nonostante gli squisiti brani pittorici, ad esempio la folla di volti e mani appena affioranti dal fondo, si può a stento immaginare che un’opera con queste caratteristiche cromatiche, ovvero così scura e severa, collocata su un altare.


Nel seguente gruppo di disegni, il tema dell’Adorazione è trattato da Leonardo in modo comparativamente convenzionale: i dettagli dell’ambiente, della narrazione, sono simili a quelli di altre Adorazioni fiorentine del periodo, presumibilmente vicine alle attese dei committenti della Pala per San Donato a Scopeto.

7. Leonardo, Foglio di studi per una Adorazione dei Magi, penna su tracciato a punta metallica, 1481 ca, mm 278 x 208
Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins (R.F. 1978)

8. Leonardo, Sei studi di figure, 1481 ca. , penna su tracciato a punta metallica
Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins (R.F. 2258v)

9. Studi di figure, 1481 ca.
Parigi, École des Beaux-Arts, N° 34555A

Opere fiorentine sul tema dell’’Adorazione dei Magi che ci fanno comprendere le possibili attese dei committenti della pala per San Donato a Scopeto:

10. Filippo Lippi, Adorazione dei Magi (Tondo Cook)

Washington, National Gallery of Art. 
Tempera su tavola, diametro cm 137,2


E' uno dei primi tondi pervenutici concepiti come opera d'arte autonoma e non come desco da parto o vassoio decorativo. Lo si accosta ad un'opera analoga di Domenico Veneziano, anch'essa raffigurante un'Adorazione dei Magi, e si pensa per entrambi a una committenza medicea. L'occasione potrebbe essere la nascita di Lorenzo il Magnifico (1449) ma ogni tentivo di ricostruzione è ipotetico: l'unica certezza è che un tondo analogo è menzionato nella camera di Lorenzo nell'inventario del 1492, dove lo si stima l'alta cifra di 100 fiorini e lo si assegna al Beato Angelico.


*11. Botticelli, Adorazione dei Magi, insieme e part. ol./tav, 1475
Firenze, Uffizi

Già in Santa Maria Novella sull’altare del committente Giovanni Zanobi del Lama, o Lami, dell’arte dei Cambiavalute, in stretta relazione con la famiglia dei Medici. Nei Magi, il Botticelli ha ritratto i principali esponenti della famiglia Medici.



12. Leonardo, Studio per l’Adorazione dei Magi, 1481 ca.
Firenze, Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe, inv. 436 E, recto


b) Leonardo e l’Adorazione del Bambino (in possibile rapporto con la Pala per Palazzo Vecchio):


Il seguente gruppo di disegni testimonia di un’intensa elaborazione iconografica; attraverso uno studio delle relazioni fra i principali personaggi della scena dell’Epifania (la Vergine, San Giuseppe, il Bambino, cui si aggiunge San Giovannino Battista, patrono di Firenze e figura devozionale molto presente nell’iconografia dell’infanzia di Cristo), Leonardo perviene a quella che sarà l’inedita iconografia della Vergine delle Rocce (opera che eseguirà qualche anno più tardi, subito dopo il suo arrivo a Milano nel 1482).
In queste variazioni ideative, che si susseguono a volte febbrilmente sullo stesso foglio, intervengono forse le meditazioni per un’altra opera non eseguita, una Pala per San Bernardo in Palazzo Vecchio a Firenze. In base a confronti con opere coeve sul tema della Visione di San Bernardo (si veda la sezione successiva), si comprende che i protagonisti della possibile pala non eseguita sarebbero stati forse La Vergine, il Bambino, San Giovannino, e uno o più astanti.

13. Studio di figure,
Venezia, Gallerie dell’Accademia, Inv. 256

14. Leonardo, studio di figure,
Venezia, Gallerie dell’Accademia, inv. 259

15. Leonardo , Studio per un’Adorazione
Bayonne, Musée Bonnat (inv.658)

16. Leonardo, Studio per un’Adorazione
Amburgo, Kunsthalle (Inv. 21488)

*17. Leonardo, Studi per una Adorazione
New York, Metropolitan Museum of Art (Inv 17.142.1)


Iconografie fiorentine della Visione di San Bernardo (in possibile rapporto con la Pala per Palazzo Vecchio):

I disegni esaminati nella sezione precedente indicano che è possibile un riferimento a due opere di Filippo Lippi, molto vicine per stile e struttura: la Pala di Camaldoli (1463 ca., Firenze, Uffizi), e la versione su tavola della stessa opera originariamente destinata alla cappella di Palazzo Medici in Via Larga.

*32. Filippo Lippi , “Adorazione del Bambino", nota come "Pala di Camaldoli", 1463 ca.
Firenze, Uffizi

Si tratta di un lavoro della maturità del frate pittore (1463 c., a sei anni soli dalla morte), una commissione di Lucrezia Tornabuoni, moglie di Piero de' Medici, che l'aveva destinata all'eremo di Camaldoli. La Vergine, il Bambino, san Giovannino (patrono di Firenze) e san Romualdo in basso a destra, fondatore dell'eremo camaldolese, sono circondati da un paesaggio di boschi e rocce, recuperato dall'impegnativo restauro in tutta la maestria di trasparenze e virtuosismi cromatici.
L’artista ha trasferito nella tavola dipinta l’atmosfera dell’eremo montuoso, cui la committente Lucrezia Tornabuoni sposata a Piero de’ Medici l’aveva destinato. I sacri protagonisti sono infatti immersi in uno scenario di alpestre naturalismo con il bosco fitto, i tronchi spezzati e secchi, i piani di roccia a scaglioni salienti a ingombrare l’orizzonte.


*33. Filippo Lippi , Adorazione del Bambino con i santi Giovannino e Bernardo ('Adorazione di Palazzo Medici')
Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie

*34.-35. Leonardo, San Gerolamo. Tav, 103 x 75, 1481-82, insieme e part.
Roma, Pinacoteca Vaticana

36., 37. Scuola del Verrocchio, Due busti di San Gerolamo
Londra, Victoria and Albert Museum



c) Leonardo a Milano

Nel 1482, Leonardo parte per Milano.

«Aveva trent'anni» – scrive l'Anonimo Gaddiano – «che dal detto Magnifico Lorenzo fu mandato al duca di Milano a presentarli insieme con Atalante Migliorati una lira, che unico era in suonare tale strumento». È a Milano che Leonardo scrisse la cosiddetta lettera d'impiego a Ludovico il Moro, descrivendo innanzitutto i suoi progetti di apparati militari, di opere idrauliche, di architettura, e solo alla fine, di pittura e scultura, tra cui il progetto di un cavallo di bronzo per un monumento a Francesco Sforza.
Per quanto riguarda la pittura, la maggiore opera realizzata in quegli anni fu la duplice versione della Vergine delle Rocce.


La Vergine delle Rocce:

Il 25 aprile 1483, con i fratelli pittori Evangelista e Giovanni Ambrogio De Predis, da una parte, e Bartolomeo Scorione, priore della Confraternita milanese dell'Immacolata Concezione, dall'altra, Leonardo stipulò il contratto per una pala da collocare sull'altare della cappella della Confraternita nella chiesa di San Francesco Grande; è il primo documento, relativo alla Vergine delle rocce, che attesta la sua presenza a Milano, ospite dei fratelli De Predis a Porta Ticinese. Il contratto prevedeva tre dipinti, da finire entro l'8 dicembre, da collocarsi in una grande ancona per un compenso complessivo di 800 lire da pagarsi a rate fino al febbraio 1485. La tavola centrale avrebbe dovuto rappresentare una Madonna col Bambino con due profeti e angeli, le altre due, quattro angeli cantori e musicanti.
In una supplica a Ludovico il Moro, databile al 1493, dalla quale si evince che l'opera era stata compiuta almeno entro il 1490 – ma la critica la considera comunque finita entro il 1486 – Leonardo e Ambrogio De Predis (Evangelista morì alla fine del 1490 o all'inizio del 1491) chiedevano un conguaglio di 1200 lire, rifiutato dai frati. La lite giudiziaria si trascinò fino al 27 aprile 1506, quando i periti stabilirono che la tavola era incompiuta e, stabiliti due anni per terminare il lavoro, concessero un conguaglio di 200 lire; il 23 ottobre 1508 Ambrogio incassò l'ultima rata e Leonardo ratificò il pagamento.
Sembrerebbe che Leonardo, dato il mancato pagamento delle 1.200 lire da parte della Confraternita, avesse venduto per 400 lire la tavola, ora al Louvre, al re di Francia Luigi XII, mettendo a disposizione, durante la lite giudiziaria, una seconda versione de La Vergine delle Rocce, che rimase in San Francesco Grande fino allo scioglimento della Confraternita nel 1781 ed è ora conservata alla National Gallery di Londra, insieme con le due tavole del De Predis. Per completezza va detto che non per tutti l'esemplare di Londra e' di Leonardo, per alcuni, fra cui Carlo Pedretti, pur abbozzato dal maestro, fu condotto con l'ausilio degli allievi: che possa essere intervenuto Ambrogio de' Predis per completare l'opera e' plausibile.


*18.-25. Leonardo, La Vergine delle Rocce, 1483-86, ol./tav, insieme e part.
Parigi, Louvre

26. Leonardo, Studi di botanica (“Stella di Betlemme” e altre piante, inchiostro sopra matita rossa, 198 x 160 mm
Windsor, Royal Library, inv. 12424

27. Leonardo, Studio per una testa di bambino,
Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins, inv. 2437

*28. Studio per l’angelo della Vergine delle rocce
Torino, Biblioteca Reale, inv.15572

29. Studio di mano
Windsor Castle, Royal Library, inv. 12520

30.- 31. Leonardo, La Vergine delle Rocce(seconda versione), cm 189,5 x 120, 1503-06, insieme e part.
Londra, National Gallery



Bibliografia:


Martin Clayton, Studi per Adorazioni, in AA.VV. Leonardo & Venezia (Cat. della mostra), Milano, Bompiani, 1992 , pagg. 188-189 e schede NN.1-8.
http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci

Adorazioni fiorentine:
http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Adorazione_di_Palazzo_Medici,_di_Filippo_Lippi

Opere generali su Leonardo:

M.Pomilio - A. Ottino Della Chiesa, L’opera completa di Leonardo pittore (“Classici dell’Arte” Rizzoli, -n°12), Milano 1967
Enrica Crispino, Leonardo, Firenze, Giunti, 2007
C. Pedretti, Leonardo da Vinci: The Complete Works, David & Charles, UK, 2006
P. C. Marani, Leonardo, Milano, Federico Motta Editore, 1999

Sulla formazione e il primo periodo fiorentino:

D.A.Brown, Leonardo da Vinci/Origins of a Genius, New Haven-London, Yale University Press, 1998

Sui disegni:
C.Pedretti Leonardo/Il disegno, Firenze, Giunti (“Dossier Art N° 67), 1992
C.Pedretti - K. Clark (a cura di) , Leonardo da Vinci/Studi di natura dalla Biblioteca Reale nel Castello di Windsor (cat. della mostra), Milano 1982 (N.13)
AA.VV. Leonardo & Venezia (Cat. della mostra), Milano, Bompiani, 1992 (NN.1-8)
G.Nepi Sciré - A. Perissa Torrini, Da Leonardo a Canaletto/Disegni dalle Gallerie dell’Accademia (cat. della mostra), Milano, Electa, 1999 (NN.12, 13)

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