martedì 26 aprile 2011

Triennio 8: n Patricia Piccinini, Dryden Goodwin

a) Patricia Piccinini


www.patriciapiccinini.net


Nata nel 1965 in Sierra Leone da famiglia di origine italiana, vive dal 1972 a Melbourne. Al padiglione australiano alla 50.a Biennale di Venezia, 2003, ha presentato la mostra We are family, immaginario ambiente domestico di un futuro prossimo dove cloni e mutanti coabitano con un’umanita’ che li accetta, con nostra sorpresa, senza le angosce che contraddistinguono l’attuale dibattito sull’ingegneria genetica e la bioetica. Nella messa in scena simbolica di We are family, questi mostri che spaventano e disgustano gli adulti sono invece accettati con curiosita’ e affetto dai bambini, con la loro caratteristica mancanza di preclusioni verso il nuovo.

*1. Composizione con cellule staminali, 2002. Silicone, acrilico, capelli umani.

*2. The young family, 2002. Silicone, acrilico, capelli, cuoio, legno.



Gran parte del lavoro della Piccinini si impernia sul rapporto dell’umanita’ contemporanea col nuovo, un nuovo che spesso crea angoscia ed e’ invece visto dall’artista con simpatia e ironia affettuosa, senza satira moralistica e senza catastrofismo.
Alcuni lavori prendono in considerazione situazioni limite create dalla tecnologia e dalla scienza nella civilta’ presente, che non hanno alcun paragone possibile nel passato e con cui di conseguenza dobbiamo inventare di volta in volta il nostro modo di rapportarci.

Il sex-appeal dell’inorganico e lo strano rapporto affettivo che lega l’uomo alle macchine caratterizzano ad esempio i progetti Truck babies (“Cuccioli dei camion”), Car nuggets (‘Pepite di automobili”), e Sheen (“Lucentezza”).


*3. Patricia Piccinini, Truck Babies (“Cuccioli dei camion”), 1999.
Fibra di vetro, pittura da automobili, parti elettriche, 2 pezzi, ciascuno 120 x 184 x 88 cm.

4., 5. Patricia Piccinini, Big Sisters, Serie di video.

*6. , 7. Patricia Piccinini, Car nuggets, fibra di vetro e pittura da automobili, ca cm 100 x 100.

Siren Mole (“Talpa sirena”) e’ invece un animale inesistente, che grazie all’animazione digitale diventa una scultura tridimensionale, dotata di movimento. Vedendolo in un filmato girato in uno zoo, del tutto simile ai documentari di divulgazione scientifica della televisione, ci rendiamo conto di quanto siano labili i rapporti tra finzione realta’ nel nostro mondo mediatico.

*8. Siren Mole: Excellocephala Parthenopa, 2000, scultura animatronics, ca. cm 100 x 100.

Animatronics:
http://video.google.it/videosearch?hl=it&q=animatronics&um=1&ie=UTF-8&ei=AiGsScCiMY6c1QXl_MC1Ag&sa=X&oi=video_result_group&resnum=4&ct=title

Piu’ che nelle singole opere, il senso delle “sculture” della Piccinini si manifesta nei progetti di cui esse fanno parte, complessi comprendenti fotografie, sculture, installazioni, e video, dove diviene meglio evidente il suo rapporto col mondo dei videogiochi, del cinema d’animazione, dei centri commerciali e dei parchi tematici, e piu’ in generale con le iconografie create dal mondo della comunicazione di massa, dalla pubblicita’ ai cartoni animati al film alla divulgazione scientifica.
Quasi senza eccezione, i lavori della Piccinini sono opere non autografe nel senso tradizionale del termine, poiche’ alla loro esecuzione hanno contribuito tecnici dei sistemi digitali, degli animatronics e degli effetti speciali, o artigiani specializzati di ambiti extraartistici (ad esempio, verniciatori di carrozzerie di auto e moto).

9. Nest (2006), edition 2/3.
Fibreglass, automotive paint, cycle parts. 90x150x170cm
Image 1 of 4

10. Thicker Than Water (2007), edition 2/6.
Fibreglass, automotive paint. 70x45x58cm

11. The Stags (2008), edition 1/3.
Fibreglass, automotive paint, cycle parts. 224x167x196cm
Image 2 of 3





b) Dryden Goodwin


Videoartista britannico nato nel 1971, vive a Londra.
www.drydengoodwin.com

Rivelato al pubblico internazionale dalla mostra Clandestini della Biennale Arte 2003 (Arsenale, Corderie), dove era presente con la videoinstallazione Above/Below.

*1. Dryden Goodwin, Above/Below, 2003, videoinstallazione con colonna sonora, 2 schermi, 12’40’’

2. Dryden Goodwin, Scene, videoinstallazione, 1999

*3. Closer (“Piu’ vicino”), 2001, video 6’30
In questo breve film, Goodwin riprende degli estranei in distanza, mentre simultaneamente li tocca con una penna al laser, registrando quindi una sorta di reazione allo sguardo che normalmente non si verifica.

4. Elaborazione grafica da Closer.

Dal film, Goodwin torna all’esperienza della grafica, e da questa nuovamente al film, cercando di trasfondere in ciascun mezzo la novita’ apportata da una diversa esperienza dell’immagine nel tempo.

*5. Suspended animation, 29 disegni dalla stessa fotografia.

Goodwin e’ stato invitato dal cantautore Matt Hales a produrre la copertina del suo album Aqualung. Goodwin prima ha ritratto Hales nei disegno intitolato Matt (2002), come parte di una serie di disegni multistrato di amici e familiari.

6. Matt, 2002, matita su carta, 40,6 x 57,2 cm

Poi ha sviluppato un video clip per il single Strange & Beautiful. L’idea era quella di estendere le possibilita’ espressive di un ritratto a matita alla lunghezza di un film conservando la delicatezza, la complessita’ e l’enigma propri del disegno. I tre minuti e 47 incorporano centinaia di disegni.

7. Aqualung, film d’animazione, 3’47’’, 2002.

Fra i lavori recenti, Flight colloca il visistatore al centro dell’azione attraverso gli occhi di un artista che sta intraprendendo un viaggio di fuga misterioso e indefinito. Il film vede attraverso gli occhi del fuggitivo lo scenario urbano, poi strade a scorrimento veloce, poi foreste e infine la costa, verso il mare e il cielo. Esprime la paura di essere seguiti e l’incapacità di fermarsi e relazionarsi con la gente, coi luoghi e con se stesso, insieme al desiderio di liberazione, insieme al carattere di sogno o fantasia delle immagini prooste.
Linear, progetto in corso, in collaborazione con la metropolitana londinese, pone i ritratti di 60 viaggiatori e dipendenti della metropolitana in relazione con la dimensione statica del disegno tradizionale.

*8. Flight, installazione multimediale(disegni e video), 2006



*9 Linear, Sixty portraits of Jubilee line staff, opera multimediale, 2010


Bibliografia

Oltre ai siti già citati nel testo, vedere


Su Patricia Piccinini:

Rachel Kent, Call of the Wild/Patricia Piccinini (cat. della mostra), Sydney, Museum of Contemporary Art, 2002
Linda Michael, Christine Wertheim, Margaret Wertheim, We are Family (cat della personale nel Padiglione Australiano alla 50.ma Biennale di Venezia, 2003).


Su Dryden Goodwin:
www.drydengoodwin.com

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