domenica 5 maggio 2013

2. ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA Iconografie rinascimentali: l’Europa del Nord (parte seconda)/ Il mondo ai margini: iconografia dei manoscritti miniati nel tardo Medioevo.








                     La morte entra nella camera di un malatominiatura ("Grandes Heures de Rohan", 1430 ca.)

                     Parigi, Bibl.Nat., MS Lat. 9471, fol 196




a) Iconografie rinascimentali, Europa del Nord



Sebastian Brant nacque a Strasburgo nel 1457 (morì nel 1521). Tradusse autori latini e scrisse poesie religiose in latino. La sua fama è legata al poema La nave dei folli (Das Narrenschiff, 1494) redatto originariamente in dialetto alsaziano e intercalato da proverbi: una mordente satira delle follie umane, che Brant propone di guarire con l’ironia. L’opera, tradotta in seguito in latino e in diverse lingue europee moderne, fu il primo best-seller della storia della stampa, prototipo di una copiosa letteratura sul tema della follia umana per tutto il XVI e XVII secolo. Fra i primi imitatori, il parigino Josse Bade, che scrisse nel 1502 una “Nave delle pazze”. 
Capolavoro di questo fortunato filone letterario è L’elogio della follia (Encomium Moriae) di Erasmo da Rotterdam, una fra le maggiori personalità dell’umanesimo nordico, pubblicato per la prima volta nel 1508. 
L’olandese Jheronimus Bosch (1450 ca.-1516) è il primo artista a tradurre in pittura il tema della follia, creando iconografie originali. Le sue fonti sono i fogli silografici e le illustrazioni dei libri da un lato, dall’altro le vignette e le illustrazioni marginali, dense di ironia, dei miniatori tardogotici nordici, in particolare della scuola di Utrecht. 



*1. Jheronimus Bosch, La Nave dei folli, ol./tav., 1490-1500 ca.
Parigi, Louvre

2. Nave dei pazzi con Eva come madre di tutti i pazzi, silografia da Stultiferae naviculae ("Le navicelle delle donne pazze"), Johannes Prüss, Lione 1502

3. Navicella delle follie del gusto, silografia da Stultiferae naviculae ("Le navicelle delle donne pazze"), Johannes Prüss, Lione 1502

4. Bosch, La Nave dei folli, ol./tav., 1490-1500 ca., part.: figure che mordono un oggetto sospeso. 
Parigi, Louvre

5. Due teste mordono un oggetto sospeso, miniatura, Libro d’Ore di Gysbrecht de Brederode, Utrecht, 1460 ca., fol. 63
Liegi, Bibliothèque de l’Université, MS Wittert 13

6. Capolettera con testa grottesca, miniatura, Libro d’Ore di Gysbrecht de Brederode, Utrecht, 1460 ca.
Liegi, Bibliothèque de l’Université, MS Wittert 13, fol.131v

*7. Jheronimus Bosch, Incoronazione di spine, tavola, 1510-16.
Londra, National Gallery

*8. Jheronimus Bosch, ‘Il carro di fieno’, tavola, 1500-05 circa, part.: musicista grottesco
Madrid, Prado

8. Jheronimus Bosch, ‘Il carro di fieno’, tavola, 1500-05 circa, part.: musicista grottesco
Madrid, Prado

9. Liedet Loyset e Philippe de Mazerolles, Musicista grottesco. Ornato marginale dalle Chroniques d’Hainault di Jean Froissart.
Berlino, Staaatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz

*10. Jheronimus Bosch, La Morte dell’Avaro, ol./tav., 1490-1500 ca.
Washington, National Gallery

11. La morte entra nella camera di un malato, miniatura.
Parigi, Bibl.Nat., MS Lat. 9471, fol 196

12. L'avaro che accumula, silografia dal Narrenschiff ("La nave dei Folli") di Sebastian Brant, edizione del 1494 


b) Iconografia dei manoscritti


La pagina del manoscritto miniato medievale ha tre partizioni: il testo, in latino o in volgare, con numerose abbreviature, opera dello scriptor; la vignetta principale, a carattere narrativo e per solito strettamente correlata al contenuto del testo, opera di un pittore specializzato, l’historiator; e dei margini decorati più liberamente, spesso con immagini grottesche o con scene della vita quotidiana, il cui ruolo è di allietare il lettore, rendere gradevole la pagina, farla “ridere” (“più ridon le carte/che pennelleggia Franco bolognese”, recita un celebre verso di Dante). La decorazione marginale è opera di un terzo artista specializzato, l’illuminator, l’illuminatore. E’ proprio a partire dai margini dei libri a destinazione privata, che a partire dal tardomedioevo si svilupperà una vera e propria rivoluzione pittorica, in direzione sia di una satira paradossale e trasgressiva, sia di un accentuato realismo quotidiano, di cui come si è visto Jheronimus Bosch sarà tra i primi a cogliere il senso e a tradurlo in pittura.


13. Iniziale “C” con Chierici che cantano da un libro e margine con Caccia alla rovescia. Pagina dal Salterio di Guy de Dampierre, Fracia Sett., 2.a metà del sec. XIII.

14. Vignetta con San Sebastiano e ornato marginale con cavalieri grotteschi, dal Livre d’Heures di Gysbrecht de Brederode. Utrecht, 1460 ca., fol. 125 verso

15.-29. Pagine dal Libro d’Ore di Caterina di Cléves, Utrecht ca. 1440
New York, Pierpont Morgan Library, MSS. 917 e 945



Bibliografia



Iconografia della morte nel tardo Medioevo: 

A.TENENTI, il senso della morte e l’amore della vita nel rinascimento (1957), Torino, Einaudi

Iconografia “marginale”:

V. I. J. FLINT, The Rise of Magic in Early Medieval Europe, Oxford, Clarendon, 1991
M. CAMILLE, Image on the Edge/The Margins of Medieval Art, Londra, Reaktion Books, 1992
J.PLUMMER (a cura di), The Hours of Catherine of Cleves, New York, Braziller, 1966

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