sabato 2 giugno 2012

8.ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA Michelangelo, "Epifania" / Agnolo Bronzino, ritratti e allegorie


a. L'' "Epifania" di Michelangelo



*1. Michelangelo, Epifania. Carboncino su carta, 1550–1553, 2.32 x 1.65 m

Londra, British Museum



http://en.wikipedia.org/wiki/Epifania http://www.britishmuseum.org/explore/highlights/highlight_objects/pd/m/michelangelo_buonarroti,_epifa.aspx



Il cartone di Michelangelo al British Museum noto come l’Epifania non è uno dei più amati o riprodotti fra i suoi capolavori. E’ un’opera dell’artista già molto anziano (la realizzò a 75 anni). Il linguaggio è quello della Cappella Paolina: figure massicce, di grande impatto monumentale, un racconto spoglio fino ad essere disadorno, come se l’artista non avesse più tempo o interesse per gli orpelli; un tratto che ha perso l’esaltante nerbo di un tempo, è ormai quello spesso e arrotondato delle opere tardive.


Il soggetto è tuttora di incerta decifrazione: la figura al centro è certamente la Vergine, con ai piedi il Bambino e San Giovannino; con la sinistra respinge una figura di vecchio (generalmente interpretato come San Giuseppe, il gesto alluderebbe al miracoloso concepimento di Gesù, senza intercorso carnale tra Maria e lo sposo), mentre presta orecchio alla figura di giovane alla sua destra, non identificata.

Non ci sono altri personaggi, mancano in particolare i Magi; è difficile quindi interpretare questa rappresentazione come un’Epifania. Questo titolo in effetti si deve al fatto che l’opera è posta in correlazione con un cartone dell’Epifania di cui parla il Vasari nella sua Vita di Michelangelo.


Che cosa rappresenta, dunque, questa scena? Per curioso che possa sembrare, plausibili suggerimenti per una sua possibile interpretazione ci vengono da Leonardo da Vinci.


Com’è noto, pur non essendosi mai trovati in situazioni di diretta concorrenza, i due maggiori geni del Rinascimento italiano si odiavano a vicenda, arrivando alla miseria dell’insulto pubblico. Vasari riferisce di un incontro per le strade di Firenze in cui i due, mentre avrebbero avuto ottime ragioni per sorvolare sull’argomento, si insultano scambiandosi a vicenda davanti a testimoni infamanti accuse di pederastia; episodio che farebbe sorridere, se non fosse troppo triste, rivelandoci i due grandi in un momento di umanità assai poco esaltante.


Ma è proprio nella Vergine delle Rocce di Leonardo, o, più precisamente, nel momento fiorentino della lunga gestazione di quest'opera, che si nasconde, forse, la possibile chiave per l'interpretazione iconografica di questo grande disegno di Michelangelo.




b. Lettura del saggio di E. PANOFSKY La storia della teoria delle proporzioni del corpo umano come riflesso della storia degli stili (1921), in Il significato nelle arti visive (1955), trad.it. Torino, Einaudi, p.1-56.


In sede di esame, lo studente dovrà essere in grado di riconoscere e commentare tavole e immagini nel testo

c. Agnolo Bronzino: ritratti e allegorie nella Firenze granducale



Una parte consistente delle collezioni medicee del Quattrocento è costituita da gemme e monete antiche, da cui gli artisti della cerchia traggono ispirazione per soluzioni stilistiche e temi iconografici. L’offrire a valenti giovani artisti l’accesso alla collezione dei marmi antichi (custoditi nel Giardino di San Marco) e a quella delle gemme, oltre che alla conversazione con umanisti e intellettuali della cerchia familiare, costituisce il primo germe dell’idea di un’accademia d’arte.

La prima Accademia di belle arti della storia, concepita con la formula tuttora in uso di luogo d’incontro fra i saperi artigianali connessi all’arte e discipline umanistiche, prenderà in effetti una forma istituzionale proprio a Firenze oltre mezzo secolo dopo: si tratta dell’Accademia del Disegno fondata nel 1562 da Giorgio Vasari, e cui furono messi a capo come “principi”, e significativamente posti sullo stesso piano, Michelangelo Buonarroti, allora all’apice della fama, e il granduca di Firenze Cosimo I de’ Medici.

Una grande esposizione a Palazzo Strozzi a Firenze ha rivisitato nel 2011 l’opera di Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (1503-1572), raffinato pittore di corte negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici, esponente di spicco dell’Accademia fiorentina e una delle maggiori figure del nostro Cinquecento.




2., 3. Michelangelo, Particolari dell’architettura e dell’ornamentazione scultorea della Biblioteca Laurenziana, Firenze 1525-34


*4. Agnolo Bronzino, Ritratto di giovane con libro, ol./tav., 95,5 x 75 cm , 1535-40 ca.

New York, Metropolitan Museum


*5. Agnolo Bronzino, Ritratto di Ugolino Martelli, olio su tav. 102 x 85 cm, 1535-38 ca.

Berlino-Dahlem, Gemäldegalerie


*6. Agnolo Bronzino, Ritratto di Bartolomeo Panciatichi, ol./tav., cm 104 x 85 , 1540 ca.


*7. Agnolo Bronzino, Allegoria della Giustizia, affresco, 1540-41

Firenze, Palazzo Vecchio, Cappella di Eleonora da Toledo


*8. Bronzino, Allegoria della Temperanza, affresco, 1540-41

Firenze, Palazzo Vecchio, Cappella di Eleonora da Toledo





Bibliografia


Su Michelangelo e Bronzino:

F. HARTT, Michelangelo/I disegni, trad.it. Milano, Garzanti, 1972

http://www.polomuseale.firenze.it/musei/cappellemedicee/visita/sagrestia_nuova.asp

E. BACCHESCHI, L’opera completa del Bronzino, Milano, Rizzoli (“Classici dell’Arte”, N°70), 1973

http://www.polomuseale.firenze.it/catalogo/scheda.asp?position=1&nctn=00158860&rvel=null

C. FALCIANI e A. NATALI (a cura di), Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici, Firenze, Mandragora, 2011

http://www.palazzostrozzi.org/SezioneBronzino.jsp?titolo=Cataloghi&idSezione=359





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