lunedì 11 giugno 2012

10. ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA. Arte greca: l’invenzione della mimesi o imitazione, finzione.



La pittura vascolare non può adeguatamente darci un’idea della pittura greca vera e propria, completamente perduta; e tuttavia dà il senso di alcune delle ricerche, comuni anche al teatro e alla letteratura, che pongono i Greci come inventori di uno sviluppo del tutto originale nella storia dell’arte occidentale: l’invenzione della mimesi o finzione.

http://en.wikipedia.org/wiki/Mimesis


Lo sviluppo tecnico della pirttura vascolare vede il passaggio dall’arcaica tecnica “a figure nere” a quella “a figure rosse”, che permette un dettaglio più fine e quindi maggiori possibilità descrittive e narrative.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ceramica_greca


Gli artisti mettono a punto artifici narrativi, come l’anticipazione o la suspense, che rendono le scene sempre più evocative, e permettono allo spettatore di completare gli episodi con l’immaginazione.

(http://it.wikipedia.org/wiki/Suspense)



*1. Ceramista arcaico attico detto il “Maestro del Dypilon”

Vaso del Dypilon, insieme e particolare. 760 e il 750 circa a.C.

Alt. cm 155

Atene, Museo Archeologico Nazionale

http://it.wikipedia.org/wiki/Vaso_di_Dipylon


2. Ceramista greco del VI secolo a.C. ( “Stile di Fikellura”), Vaso dell’uomo in corsa.

Realizzato a Mileto, Asia Minore (attuale Turchia); proveniente da Kamiros, Rodi

Londra, British Museum


*3. Exekias, Dioniso in mare.

Kylix datata 530 BC, opera tardiva di Exekias. Rinvenuta in una tomba di Vulci alla metà del XIX secolo

Monaco, Staatliche Antikensammlungen.


Exekias (ateniese, attivo ca. 550- 530 a.C.) è senza dubbio il maggiore artista fra quelli che si sono espressi nella tecnica delle figure nere. Se la tecnica stessa, e il caratterizzare i personaggi prevalentemente di profilo, sono in lui tratti nettamente arcaici, il suo modo di isolare l’erope al centro della rappresentazione, e di focalizzare sugli aspetti psicologici della sua vicenda, è già proprio del linguaggio classico.



*4. Exechias, Il suicidio di Aiace. Part. di un vaso a figure nere.

Boulogne, Musée Communale, 558



La cromia a figure nere, con alcuni dettagli evidenziati in bianco e in rosso, si ripeteva uguale nella statuaria ancora alle soglie dell’età classica, come mostra il bronzo A di Riace:


Insieme all'Auriga di Delfi e al Cronide di Capo Artemisio, oggi conservati presso il Museo Archeologico di Atene, i celeberrimi Bronzi di Riace vengono a ragione considerati la massima espressione della scultura bronzea dell'antico occidente ellenico. Le statue, esposte presso la sezione di archeologia subacquea del Museo Archeologico di Reggio Calabria, sono ancora oggetto di studi e discussioni per definirne il contesto di provenienza, nochè la paternità, da qualcuno attribuisce alla scuola di Fidia.
Si tratta di due sculture in bronzo del V secolo a.C. rinvenute nel 1972 nelle acque antistanti Riace sulla costa ionica locrese, raffiguranti due guerrieri. Entrambi avevano in origine uno scudo al braccio sinistro e una lancia nella mano destra, e probabilmente un elmo sulla testa. Il bronzo denominato A, quello dall'aspetto più giovane, è alto 198 centimetri ed è databile intorno al 470 a.C.

Ceramica a figure rosse (530 a.C. – IV secolo a.C.) : fu introdotta ad Atene attorno al 530-525 a.C. e rimase in auge fino al IV secolo a.C.

Atene si riconferma centro di propulsione di questo stile pittorico vascolare introdotto dal Pittore di Andocide, allievo di Exekias, e consistente nel risparmiare le figure (rosse) sul resto del fondo nero del vaso.

Grandi pittori di questo stile sono Olto, Eufronio, il Pittore di Cleofrade, il Pittore di Brigo, il Pittore di Berlino, Duride, Macrone e altri che utilizzano i primi esempi di scorcio, di torsione e di dettagli anatomici realistici.





*5. “Pittore di Brigo”, Priamo si reca da Achille a chiedere il corpo di Ettore. Dettaglio da un vaso (scifo) ateniese a figure rosse, 500-450 a.C.

Vienna, Kunsthistorisches Museum

Brigo, ceramista attico della fine del sec. VI a. C. - inizî del V, ; firmò 13 vasi a figure rosse. I due capolavori sono la tazza con Iliuperside al Louvre e quella dei Sileni con Iride ed Era a Londra. È uno dei più grandi maestri dello stile severo, non privo di sfumature umoristiche.

Priamo, ultimo re di Troia, figlio di Laomedonte. Aveva avuto 17 (o 19) figli dalla seconda moglie Ecuba (fra i quali Ettore, Paride, Toilo), e 50 da diverse altre concubine. All’assedio di Troia fu ucciso dal violento Neottolemo, figlio di Achille, su un altare.

La sua iconografia più famosa è questa, che lo raffigura mentre si reca con doni alla tenda di Achille, a chiedere la restituzione del corpo del figlio Ettore, ucciso dall’eroe greco.

Questo artista a figure rosse dilata la sua narrazione dell’aneddoto, descrivendo la scena con effetto di suspense.

La nuova tecnica a figure rosse dilata le possibilità di dettagliare il racconto; gli artisti aumentano progressivamente le dimensioni delle loro vignette, inventando soluzioni narrative per le aree più difficili del vaso:



*6. “Pittore di Kleophrades”, La caduta di di Troia, Aiace e Cassandra. Idria,

V secolo a.C. (500-475 a.C.)

Napoli, Museo Archeologico Nazionale


7. “Pittore di Brigo”, Scene dall’Iliuperside. Kylix attico a figure rosse, verso il 490 a. C.

Provenienza: Vulci.

Parigi, Louvre


8. Ceramista attico a figure nere, Achille e Pentesilea.

Monaco, Staatliche Antikensammlungen


9. Exekias, Achille e Pentessilea, 525 a.C. circa.

Provenienza: Vulci
Londra, British Museum



10. “Pittore di Pentesilea”, Achille e Pentesilea, coppa.
460 a. C. circa

Provenienza: Vulci

Monaco Staatliche Antikensammlungen




Pentesilea (greco: Πενθεσίλεια; latino: Penthesilea), con le possibili varianti di Pantasilea e Pentasilea, è una figura della mitologia greca, figlia di Ares e di Otrera, e sorella di Ippolita, Antiope e Melanippa. Fu regina delle Amazzoni, il popolo di donne guerriere abitanti della Scizia e dell'odierno Ponto, antica regione dell'Asia Minore.

Prode eroina e fanciulla bellissima, fu richiamata da Priamo nel decimo anno del conflitto troiano, a seguito della morte di Ettore, per respingere le file achee. Pentesilea portò scompiglio tra le orde nemiche, risollevando momentaneamente le sorti dei Troiani, ma fu colpita a morte da Achille.


La sequenza di immagini, che mostra come il tema trattato da vari artisti fra l’età arcaica e e quella classica, mostra la narrazione farsi via via più intima e attenta alla descrizione delle emozioni.



Nato nel 475 a.C., morto nel 450 a.C ., il “Pittore di Pentessilea” ha composto coppe di grandi dimensioni in stile a figure rosse, anche policrome, su fondo nero, come la grande coppa di Monaco con Achille che uccide Pentesilea, la coppa con Apollo e Tito ( Staatiche Antikensammlungen) e una coppa con Zeus e Ganimede (Ferrara, Museo).







Bibliografia



J.CHARBONNEAUX, R.MARTIN, F.VILLARD, La Grecia arcaica (620-480 a.C.), Milano, Rizzoli (“BUR Arte”), 19782

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