giovedì 22 aprile 2010

Biennio 8. MMOSITE: fare mondi digitali/ Äda'web, progetti di net art. Antonio Muntadas e la formula net/public art

STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
Docente: Gloria Vallese









a) MMOsite.



http://www.mmosite.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Massively_multiplayer_online


Numeri di un successo:
http://news.mmosite.com/content/2009-04-17/20090417003300883.shtml

Numeri di un fallimento:
http://news.mmosite.com/content/2009-04-17/20090417002551153,1.shtml

Una questione generale: Must we always kill?
http://news.mmosite.com/content/2009-04-04/20090404203127553,2.shtml

Writer club: hot !

Questo spazio cerca di favorire l’incontro fra aspiranti sviluppatori e case produttrici, presentando l’esperienza di professionisti affermati e facendo loro narrare, in particolare, le vicende dei loro inizi e del loro approccio con le case produttrici.






b) Net art : artisti di Äda'web






Nato nel 1994 dall'iniziativa di un imprenditore (John Borthwick) e di un giovane curatore (Benjamin Weil), l’ormai storico sito Äda'web si era assunto il difficile compito di mediare tra i due mondi quello dell’arte e della tecnologia, e attirando in rete artisti il cui lavoro si era già conquistato un ruolo nella storia dell'arte contemporanea, come Jenny Holzer e Antonio Muntadas. Scopo del progetto era accelerare i tempi di un riconoscimento istituzionale della net art.
Il valore del lavoro svolto da Äda'web è stato sancito dal fatto che, al momento della sua chiusura, il progetto ha fatto il suo ingresso nelle collezioni del Walker Art Center di Minneapolis. 


Nel 2003 tuttavia, per una serie di motivi molto diversi (la crisi economica mondiale, forse una persistente sottovalutazione del settore new media), molti musei americani hanno ridotto al minimo il loro impegno in questo settore:

“fino al caso clamoroso del Walker Art Center, che ha interrotto le attività della Gallery 9, licenziando in tronco Steve Dietz, curatore della sezione new media e promotore di quella straordinaria fase che ha avuto nell'acquisizione di Äda'web il suo momento centrale. E questo senza che altre istituzioni intervenissero a raccoglierne il testimone”.

(Domenico Quaranta, NET ART 1994 - 1998. La vicenda di Äda'web, Milano, Vita & Pensiero, collana "Strumenti", 2004).

http://www.domenicoquaranta.net/thebook.html

I motivi per cui la Net Art non ha mai veramente decollato e l’interesse dei musei e delle grandi rassegne sembra decrescere anziché aumentare, possono essere diversi. Le gallerie, da sempre più interessate ad opere fisicamente presenti, numerabili e commerciabili, non sembrano interessate a questo settore. Il pubblico, dal canto suo, frequenta la rete in modo sempre più entusiastico, sia per lavoro che per divertimento (basti pensare al’immenso fatturato dell’industria dei videogiochi online). A fronte del dilagare dell’uso di internet, la net art “colta” sembra obiettivamente in uno stato singolare di declino o di assenza.
Tramite gli archivi di Äda'web, ormai ridotti a una situazie di sopravvivenza (contengono opere ormai molto datate), avviciniamo alcune opere di net art considerate classiche, per renderci conto meglio delle potenzialità (e degli eventuali limiti) del mezzo.


*1. Jenny Holzer, Please Change Beliefs, progetto di net art, 1995
http://adaweb.walkerart.org/project/holzer/cgi/pcb.cgi



b) Antonio Muntadas

Tra gli artisti di net art, Antonio Muntadas (Barcellona 1942) è l’unico che ha “bucato” il ghetto degli spazi riservati e delle manifestazioni specializzate per entrare nel circolo delle grandi manifestazioni d’arte come la Biennale di Venezia e Documenta. La sua notorietà si lega in particolare a due opere: The File Room, database online dedicato alla censura nel mondo, e On Translation, complesso progetto che esamina problemi e limiti della comunicazione umana, fra nuove tecnologie e limiti dei vecchi linguaggi.



2. Antonio Muntadas, The Board Room, 1987, installazione.

3. Antonio Muntadas, Words: The Press Conference Room, installazione, 1991

*4. Antonio Muntadas, The File Room, progetto di net art, 1994-95
http://www.thefileroom.org/

*5. Antonio Muntadas, On translation, ciclo di installazioni e progetto di net art, 1996-2006
http://adaweb.walkerart.org/influx/muntadas/

Un esauriente resoconto in lingua italiana della sua carriera è offerto dallo stesso Muntadas in questa intervista:

http://www.undo.net/cgi-bin/openframe.pl?x=/Pinto/muntadas.htm



Difficile tuttavia sottrarsi all’impressione che, mentre perdura e anzi si accentua l’indifferenza del mondo dell’arte contempranea per queste creazioni, la vera net art sia in piena espansione “là fuori”, modellata dal mondo degli internettiani che sta poco a poco dando vita nuove forme di espressione scarsamente paragonabili ad altre del passato. Da UTUBE ai videogiochi MMOG e MMORPG (che prevedono cioè la partecipazione di più giocatori simultaneamente online), l’ambito di incidenza della nuova cultura visiva online è immenso, amplificato dai rapporti fra questi nuovi mezzi e l’industria del cinema.

Rispetto a questo immenso campo di novità, gli approcci dell’”arte colta” al mondo della net art rischiano di apparire triti, velleitari, adattamenti di quelle che ad onta di tutto appaiono forme espressive obsolete, e modi di porsi dell’artista, che pur sembrando ancora in auge, appartengono ormai al passato.



Vedere ad ogni modo il seguente progetto:

http://nomagallerysf.com/projects/AVATAR4D/index.html









c) Creative industries


Lettura del saggio:

J.C. Herz, Harnessing the Hive, da Creative industries a cura di John Hartley, Blackwell 2005.

Il saggio della Herz mette a fuoco il modo in cui le industrie internettiane, in particolare quell dei videogiochi, stanno utilizzando l’attitudine di decine di migliaia di utenti a cooperare alle loro creazioni, attraverso l’indotto comunicativo messo in moto da queste opere interattive: siti, forum, canali comunicativi come utube e simili.
Se un’azienda tradizionale può contare solo sui suoi dipendenti per sviluppare e creare i propri prodotti, le industrie internettiane possono, in definitiva, operando in modo opportuno, sfruttare l’ intelligenza diffusa di migliaia e migliaia di appassionati.


Bibliografia

Vedere link e opere a stampa citate nel testo

Nessun commento:

Posta un commento