lunedì 26 maggio 2014

TRIENNIO Artisti e videocamere di sicurezza: Julia Scher, Jonas Dahlberg, Ann-Sofi Sidén




a) Julia Scher



1. Julia Scher, Security Land, 1995




Con le sue opere basate sulla videocamere di sicurezza, Julia Scher ha contribuito a lanciare un filone in seguito abbracciato da diversi artisti, fra cui Jonas Dahlberg e Ann-Sofi Siden.
Dopo aver realizzato le sue prime opere interagendo con le videocamere di sorveglianza situate nel college universitario nel quale studiava, la Scher è diventata animatrice dei Surveillance Camera Players, un collettivo che dal 1996 interagisce con le videocamere di sorveglianza collocate negli spazi pubblici.

Sul suo coinvolgimento nell’ambito della net art, vedere l’intervista:
http://rhizome.org/discuss/view/29746/#2772




b) Jonas Dahlberg




Lo svedese Jonas Dahlberg è soprattutto noto per due opere video create realizzando modellini architettonici entro i queli una videocamenra viene succesivamente fatta scorrere su binari.
Il risultato è estremamente suggestivo: l’occhio della telecamera scorre con una regolarità innaturale attraverso una sequenza di stanze vuote, simili in apparenza ai corridoi deserti di un albergo, con un effetto che è estremamente ricco di suspense, vagamente associabile, attraverso il bianco e nero, a scene e atmosfere di vecchi film.



*2. Jonas Dahlberg, Horizontal Sliding, 2000, videoinstallazione


3. Jonas Dahlberg, Vertical Sliding, 

2001.
Opera presentata fra l’altro alla Biennale di Venezia nel 2003.


Nell’opera:


*4. Safe Zones N°9, 2004

l’intervento consisteva nell’apparente collocazione di videocamere di sorveglianza nei bagni, che realtà sono soltanto riprodotti in modellini e poi filmati; l’operazione mira a far riflettere sulle nostre attese riguardo alle videocamere di sorveglianza e sulle nostre sensazioni riguardo all’essere osservati/spiati.



http://www.jonasdahlberg.com/




c) Ann-Sofi Sidén

Nel seguente link si trova un profilo di Ann-Sofi Siden, una delle maggiori artiste svedesi contemporanee, il cui lavoro si focalizza sulla donna, spesso con l’uso di videocamere di sicurezza:

http://www.undo.net/cgi-bin/openframe.pl?x=/cgi-bin/undo/magazines/magazines.pl%3Fid%3D951344786%26riv%3Dflashita%26home%3D


5. Who Told the Chambermaid? , videoinstallazione, 1998

Monitor di sorveglianza sono allineati su mensole, accanto a lenzuola e asciugami.
Nei video scorrono immagini degli 
interni di un albergo: clienti che attraversano la hall, una donna a letto, due uomini che si incontrano in sala riunioni

6. 
QM, I Think I Call Her QM , film a 35 mm, 1997

Basato su una vicenda reale, parla di una psichiatra paranoica che scopre sotto il proprio letto, nella sua casa new yorkese, il corpo di una donna coperta di fango.
Il film ci mostra le indagini della psichiatra che cerca di scoprire l'origine e la natura della misteriosa creatura battezzata Queen of Mud, regina del fango, in un intreccio che spazia dal genere poliziesco al thriller.

Codex (1993), si basa su informazioni d'archivio sulle donne svedesi punite e condannate tra il medioevo e il XIX secolo. Le fotografia rimettono in scena le punizioni, con un eloquio che cita lo stile nitido e oggettivo di Vermeer

7. http://www.christinekoeniggalerie.com/artist_details/items/siden.40.html

8. Wart Mal!, videoinstallazione.

Ambientata nella piccola città di Dubi sul confine tra Germania e Repubblica Ceca: combinando proiezioni e interviste, assemblate in un collage di materiali grezzi 
come gli schizzi per un story board o una sceneggiatura, Ann-Sofi Sidén scrive il diario di un viaggio in un microcosmo popolato da prostitute, protettori e clienti che affollano le strade, gli alberghi e i bar.

Wart Mal! ("Aspetta un 
attimo"), ripete le voci ai bordi delle strade e nei locali ambigui, creando nel contempo un richiamo alla catena di ipermercati economici americani WallMart. Un richiamo di seduzione, ma anche un invito rivolto agli spettatori, come a pretendere più attenzione nei confronti di un mondo ignorato.










Bibliografia


Vedere i link indicati nelle singole sezioni

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