giovedì 22 marzo 2012

3. Anne Schuleit/Jinna Tay, Creative Cities - Charles Landry, London as a Creative City

Accademia di Belle Arti in Venezia
STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA/Biennio



a) A proposito del libro:



Creative Industries, a cura di John Hartley, Blackwell, 2005,

http://books.google.it/books?id=dKytfKUptrMC&dq=hartley+creative+industries&source=gbs_summary_s&cad=0

si prendono in esame due saggi contenuti nella parte quarta:

Jinna Tay, Creative Cities, e Charles Landry, London as a Creative City

Nella parte introduttiva del suo saggio, Charles Landry dà la seguente definizione di creatività (trad.mia):

“In breve, la vera creatività implica la capacità di mettere a fuoco un problema per la prima volta o da un punto di vista nuovo; di scoprire tratti comuni tra fenomeni in apparenza caotici e disparati; di sperimentare; di osare essere originali; la capacità di riscrivere le regole; la capacità di visualizzare scenari futuri; e, forse più importante di tutto, la capacità di operare ai margini della propria competenza anziché al centro”.


Si introduce il concetto di “creative city”, osservando prima di tutto che esso va contro la comune opinione che internet e le comunicazioni globali tendano a livellare le differenze geografiche e a rendere possibile ovunque lo sviluppo di un’industria creativa. In realtà, quest’ultima ha bisogno anche di reti di interrelazioni personali, di uno stile di vita e di servizi come caffè, ristoranti, bar, turismo e vita notturna. In altre parole, le creative industries tendono a svilupparsi in città che offrono potenzialità culturali ma nello stesso tempo anche “spazi, e birre”, a prezzi sostenibili. “Una città con artisti, vita notturna e diversità attirerà anche imprenditori, accademici, specializzati nelle tecnologie, cioè quelli capaci di dare impulso alla crescita economica nell’era presente” (Jinna Tay).

“Local cluster” è un gruppo di creativi connesso a un’attività produttiva (ad esempio, la produzione di un cd musicale o di un film); i cluster si formano in gran parte spontaneamente, ma solo se la città presenta condizioni e stili di vita tali da rendere possibili gli incontri.





b) A proposito di Bloom, di Anne Schulheit: site-specific, coinvolgimento del pubblico, emozioni positive e arte contemporanea.


*1. Anna Schuleit, Bloom, 2003, 28.000 piante fiorite installate nel Massachusetts Mental Health Center.

Anna Schuleit ha studiato pittura presso la Rhode Island School of Design (RISD) a Providence (USA) e a Roma. Dopo la scuola d'arte nel 1998, ha lavorato su due installazioni site-specific: Habeas Corpus presso l'Ospedale di Northampton in stato di abbandono (2000), e Bloom, per la chiusura del Massachusetts Mental Health Center (2003).
Dal 2001 al 2004 è stata visiting artist presso un istituto psichiatrico di Westborough, MA (USA), ridimensionato e successivamente chiuso. Durante questo periodo ha anche documentato la chiusura del Medfield State Hospital.

Nel 2005 ha completato un master in Scrittura creativa /Art book a Dartmouth. Dal 2005 al 2007 ha ricevuto una commessa dall'ICA di Boston per sviluppare un progetto site-specific, Intertidal, per le rovine militari di Lovells Island nel Boston Harbor. Nel 2007 ha creato Telefoni fissi, un grande progetto che ha portato decine di bambini insieme ad artisti, telefoni, e il pubblico in generale, nella foresta che circonda la MacDowell Colony (http://www.macdowellcolony.org/).
Nel 2010, come visiting artist ad Amherst, Mass., ha completato un progetto site-specific che includeva un volto, un laghetto e anatre selvatiche.

Su Anna Schuleit:

http://www.macfound.org/site/c.lkLXJ8MQKrH/b.2070789/apps/nl/content2.asp?content_id=%7BE1ACAFB1-7C83-4DF9-97E5-92CCD1E87BFF%7D¬oc=1


* 2. Cristina Treppo, Sleep Out, installazione. Dalla mostra CREAM On Madness, Venezia, Isola di San Servolo, nell'ambito di Open 11. (International Exhibition of Sculptures and Installations), 2008
http://www.cristinatreppo.com/works/sleep-out-san-servolo-project/

http://www.e-flux.com/announcements/on-madness/




Idee di installazione collaborativa nel design:

Making Together 2012, in occasione della rassegna Milano Design Week 2012

http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.bigbenzine.com/wp-content/uploads/2012/03/fallinggarden3-550x412.jpg&imgrefurl=http://www.bigbenzine.com/&usg=__Nn09h4qCd9oIzcNU6x_dKOnoJ5I=&h=412&w=550&sz=106&hl=it&start=12&zoom=1&tbnid=iHLugEYCdl9XrM:&tbnh=100&tbnw=133&ei=UDtrT4bJK8nwsgb8h7WzAg&prev=/search%3Fq%3Dmassachusetts%2Bhealth%2Bbloom%26um%3D1%26hl%3Dit%26client%3Dsafari%26sa%3DN%26rls%3Dit-it%26tbm%3Disch&um=1&itbs=1


*3. Cildo Meireles, Meshes of Freeedom at Tate Modern, installazione-evento, 2008

http://www.youtube.com/watch?v=yNz3ybrEe3I


Cildo Meireles (nato a Rio de Janeiro, 1948) è un artista concettuale brasiliano. E' noto soprattutto per le sue installazioni, molte delle quali esprimono la resistenza all'oppressione politica in Brasile. Queste opere, spesso grandi e molto ricche di elementi, incoraggiano l'interazione dello spettatore.

http://en.wikipedia.org/wiki/Cildo_Meireles


Bibliografia
Vedere i siti e le opere a stampa indicate nel testo

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