domenica 14 aprile 2013

4. BIENNIO. Gilad Ratman, Lara Almacegui, Jef Geys

a. Gilad Ratman
Sarà l'artista del padiglione d'Israele alla 55. Biennale di Venezia, 
Nato nel 1975, vive e lavora tra New York e Tel Aviv.   I suoi  video e installazioni  mettono in scena aspetti di disagio insostenibile nella vita umana. Guardando i lavori più vecchi, 588 Project  e Give her back or take me too, appare evidente l'evoluzione di Ratman da musicista rock, con accentuato interesse per gli effetti visivi e spettacolari,  a artista visivo a pieno titolo,  che riflette sulla musica e poi sull'umanità in generale. 
Give her back or take me too è una cruda riscrittura del mito d'Orfeo, che chiede agli dei di riportare la moglie al mondo in un viaggio attraverso gli inferi (il video mostra un uomo che  viaggia attraverso una  palute trasportando un corpo inerte coperto di fango e erbe palustri, lo stesso col quale si era visto all'inizio in una posa di accoppiamento)
Project 598 mette in scena in modo molto icastico il contrasto tra la musica, arte apollinea della bellezza e dell'armonia,  simboleggiata dai flauti, e i miseri tentativi dell'umanità di suonarli stando sepolta sotto il fango (il fango si mescola al fiato ed esce scorrendo sopra i flauti, che emettono un suono tenue e velato, disturbato). Gli strumenti appesi agli alberi, che non riescono a suonare, sono anche un'evocazione dell'esilio del popolo ebraico in Babilonia, durante il quale, come narra la Bibbia,  gli strumenti furono appesi agli alberi in segno di lutto.

Successivamente, Gilad si distanzia dal tema della musica, per mettere a fuoco la condizione di disagio acuto (l'uomo sepolto nel fango nel video Boggy Man).

L'opera annunciata per la Biennale avrà come tema il viaggio di un gruppo di persone verso Venezia.  

http://www.bravermangallery.com/page.php?id=12 
(per vedere i video, utilizzare la password indicata).

Commento.  Artisti dell'invisibile reso visibile:  Lara Almacegui, Jef Geys



b. Padiglione tedesco alla 55. Biennale


Prevede la partecipazione di quattro artisti di nazionalità diversa ( cinese, iraniana, africana, indiana), accomunati dal fatto che si sono occupati di Germania nella loro arte o che la Germania è stata molto importante nel presentare la loro arte e tutelare la loro possibilità di esprimersi.

http://www.deutscher-pavillon.org/de/


c.  Letture:

Martha Buskirk, Creative enterprise: contemporary art between Museum and Marketplace, New York, Continuum International Publishing Group, 2012

David Carrier, Museum Skepticism: a History of the Display of Art in Public Galleries, Durham and London, Duke University Press, 2006

Henry Jenkins, Sam Ford and Joshua Green, Creating Value and Meaning in a Networked Culture, New York University Press, 2013






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