domenica 13 marzo 2011

Triennio 3. Ai WeiWei / Do-Ho Suh

Docente: Gloria Vallese
Accademia di Belle Arti in Venezia
STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA


a) Ai WeiWei



Ai Weiwei (nato nel 1957) è un artista cinese, anche attivo nel campo dell'architettura, curatela di mostre, fotografia, cinema e critica sociale e culturale. Ha collaborato con gli architetti svizzeri Herzog & de Meuron come consulente artistico per la costruzione del National Stadium di Pechino (il cosiddetto Bird's Nest, "nido di uccello"), per le Olimpiadi del 2008. Ha indagato nella corruzione e negli abusi di potere del governo in Cina, ed è tra i firmatari di Charta 08 (vedere).
Si è particolarmente impegnato nel cercare di smascherare un presunto scandalo di corruzione relativo alla costruzione di scuole che sono crollate durante il terremoto del 2008 nel Sichuan. Utilizza intensamente Internet per comunicare con la gente in tutta la Cina, soprattutto con le giovani generazioni.


*1. Ai WeiWei, Sunflower seeds, 100.000.000 di semi di girasole in ceramica ciascuno lavorato e dipinto a mano. Dimensioni variabili.

Nel mese di ottobre 2010, Semi di girasole è stato installato presso la Turbine Hall della Tate Modern a Londra. Il lavoro è composto da un cento milioni circa di semi di girasole in ceramica sparsi sul pavimento dello spazio espositivo, ciascuno individualmente dipinto a mano nella città di Jingdezhen, ad opera di 1.600 artigiani cinesi.
L'artista desidera che i visitatori possano camminare sull'opera, rotolarci sopra, giocare coi semi di girasole, in modo da vivere più da vicino l'essenza di questo suo commento sul consumo di massa, l'industria cinese, la fame e il lavoro collettivo.
Tuttavia, dal 16 ottobre la Tate Modern ha impedito alla gente di camminare sull'opera, a causa di possibili danni alla salute che potrebbero essere causati dalla polvere di ceramica.

http://www.youtube.com/watch?v=PueYywpkJW8


*2. Ai WeiWei, Fairytale, intervento a Documenta 12, Kassel 2007


http://www.youtube.com/watch?v=td3_EKX1Igo&feature=related


http://www.youtube.com/watch?v=XnvFoKIecxY&feature=related



Per Fairytale, Ai Weiwei ha portato 1000 persone da tutta la Cina a Kassel, la piccola città in Germania che ospita la celebre rassegna. I partecipanti sono stati scelti attraverso un bando pubblico che l'artista ha postato sul suo blog.
Ai WeiWei ha anche firmato i bagagli e l'alloggio temporaneo preparato per i partecipanti in un vecchio stabile industriale. Wei li ha invitati a vagare per la città durante il tempo dell'esposizione, tre mesi. I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi, ciascuno dei quali ha soggiornato a Kassel per otto giorni. Secondo Philip Tinari, l'oggetto di design primario qui non sono l'abbigliamento o le valigie, ma le esperienze dei partecipanti, anche il loro umore e stato d'animo. Durante la mostra è stata esposta la scultura monumentale all'aperto di WeiWei intitolata Template, fatta di porte e finestre in legno di case delle dinastie Ming e Qing (1368-1911), crollate dopo un temporale.


*3. Ai WeiWei, So Sorry, installazione, 2009/10



Da ottobre 2009 a gennaio 2010, Ai Weiwei ha esposto So Sorry alla Haus der Kunst a Monaco, Germania.
nell'ambito della maggiore retrospettiva dell'artista ad oggi. Il titolo si riferisce alle migliaia di scuse espresse da parte di governi, industrie e società finanziarie in tutto il mondo in uno sforzo per compensare tragedie e malefatte, spesso senza però farsi carico delle conseguenze o assumersi la responsabilità del male commesso, e tantomeno la riparazione.
Per questa mostra, Ai Weiwei ha creato un'installazione sulla facciata della Haus der Kunst, fatta di 9.000 zainetti di bambini, che portavano la scritta 'Ha vissuto felicemente per sette anni in questo mondo' in caratteri cinesi (citazione della frase della una madre di un bambino morto nel terremoto del Sichuan nel 2008).
Ai Weiwei ha dichiarato: "L 'idea di usare gli zaini è venuta dalla mia visita in Sichuan dopo il terremoto del maggio 2008. Durante il terremoto sono crollate molte scuole e molte migliaia di giovani studenti hanno perso la vita, e gli zaini e il materiale di studio sparsi si sono visti in tutto il mondo. Poi le vite degli studenti scomparsi sono state inghiottite dentro la propaganda di stato, e ben presto si dimentica tutto. "


Bibliografia

http://en.wikipedia.org/wiki/Ai_Weiwei (tradurre e leggere per intero, seguendo i link principali, in particolare quelli relativi a: Bejing Art Stadium, Charta 08, Fuck Off art exhibition).

Sulla Tate Modern e Unilever Series:
http://www.tate.org.uk/modern/unileverseries/



b) Do-Ho Suh


Do-Ho Suh nasce a Seoul, in Corea, nel 1962. Dopo aver studiato pittura alla Seoul National University ed aver prestato servizio nell'esercito sudcoreano, si trasferisce negli Stati Uniti dove continua gli studi alla Rhode Island School of Design e alla Yale University. 
Ha rappresentato la Corea alla Biennale di Venezia del 2001. 
Attualmente vive a New York.
Una retrospettiva del suo lavoro è stata presentata al Seattle Art Museum e al Seattle Asian art Museum nel 2002. Importanti rassegne sull’artista si sono tenute al Whitney Museum of American Art (2001), alla Serpentine Gallery di Londra (2002).

Particolarmente importante per la carriere dell’artista il passaggio alla Biennale di Venezia, nel 2001, dove era presente sia come artista del padiglione coreano che nella rassegna internazionale al Padiglione Italia dei Giardini.
In quell’occasione l’artista ha presentato un gruppo di opere che hanno contribuito a definire le caratteristiche del suo stile, molto originale:


*1. Do Ho Suh, Some/One, 1998.
Piastrine militari in acciaio inossidabile, fogli di rame nichelato, vetroresina, struttura in acciaio inossidabile. Dimensioni variabili.


*2. Floor, 1997-2000.
Figurine in PVC, lastre di vetro, resina in poliuretano, dimensioni variabili (moduli di 100 x 100 x 8 cm)


*3. Who am we? (Multi), 2000
Carta da parati: stampa offset a 4 colori, fogli ciascuno 61 x 91,4 cm. Dimensioni variabili.



Tutte queste opere, molto originali, s’imperniano sul senso del rapporto fra il singolo individuo e l’organizzazione sociale che lo ingloba facendo di lui una microscopica pedina, togliendogli individualità e singolarità fino a livellarlo e a renderlo indistinguibile dal gruppo.


Nell’importante intervista pubblicata su art: 21

http://www.pbs.org/art21/artists/suh/clip2.html

Do Ho Suh spiega la genesi di Some/One: nei suoi primi tempi a Rhode Island, ancora nuovo del luogo e con scarsa conoscenza dell’inglese, gli accade di fare conoscenza con uno dei pochi coreani residenti in città, che gestiva un negozio di surplus militare. E’ questo singolare personaggio a procurargli le piastrine militari e la macchina per stampare su di esse i nomi; da questo, accompagnato da ricordi della recente esperienza del servizio militare, l’idea di Some/One, scintillante e sontuoso abito imperiale costruito però dal sacrificio di un’infinità di anonimi, rappresentati dalle piastrine militari che lo costituiscono e dilagano al suolo suggerendo una continuità senza fine.


Un’altra caratteristica meditazione dell’artista riguarda il tema della casa: mentre si trovava nel letto della sua camera da studente negli Stati Uniti, assordato dai rumori inconsueti della strada e dalle voci non familiari, l’artista si è ritrovato a pensare alla sua casa in Corea, e ha concepito queste strutture evanescenti, sospese al soffitto, soffici eppure complete di tutti i dettagli.
Ancora su art:21, un’altra intervista chiarisce questo secondo versante delle meditazioni dell’artista:

http://www.pbs.org/art21/artists/suh/clip1.html


*4. Seoul Home/L.A. Home/New York Home/Baltimore Home/London Home/Seattle Home,1999
Seta, 3,78 x 6,96 x 6,96 m
Los Angeles, Museum of Contemporary Art

Nel 2010, l'artista ha partecipato alla Biennale Architettura di Venezia, con l'installazione Blueprint:


*5. Do-Ho Suh + Suh Architects, Blueprint , installazione, 2010


http://www.justanotherflog.com/2010/10/blueprint-venice-architecture-biennale-2010/




Bibliografia

Oltre ai siti già citati nel testo, vedere
www.lehmannmaupin.com
http://www.duetart.com/dentro/artists/artists%20ita/Suh%20ita.html

http://www.designboom.com/weblog/cat/9/view/11217/venice-architecture-biennale-2010-preview-suh-architects-do-ho-suh.html

AA.VV., People Meet in Architecture, Biennale Architettura 2010, Mostra, Catalogo ufficiale, Marsilio Editore, vol. 1, pag 136

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