sabato 17 maggio 2014

ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA I ritratti di Agnolo Bronzino, l'Accademia del Disegno e le Manifatture Medicee

Agnolo Bronzino: ritratti e allegorie nella Firenze granducale


Una parte consistente delle collezioni medicee del Quattrocento è costituita da gemme e monete antiche, da cui gli artisti della cerchia traggono ispirazione per soluzioni stilistiche e temi iconografici. L’offrire a valenti giovani artisti l’accesso alla collezione dei marmi antichi (custoditi nel Giardino di San Marco) e a quella delle gemme, oltre che alla conversazione con umanisti e intellettuali della cerchia familiare, costituisce il primo germe dell’idea di un’accademia d’arte.
La prima Accademia di belle arti della storia, concepita con la formula tuttora in uso di luogo d’incontro fra i saperi artigianali connessi all’arte e discipline umanistiche, prenderà in effetti una forma istituzionale proprio a Firenze oltre mezzo secolo dopo: si tratta dell’Accademia del Disegno fondata nel 1562 da Giorgio Vasari, e cui furono messi a capo come “principi”, e significativamente posti sullo stesso piano, Michelangelo Buonarroti, allora all’apice della fama, e il granduca di Firenze Cosimo I de’ Medici.
Una grande esposizione a Palazzo Strozzi a Firenze ha rivisitato nel 2011 l’opera di Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (1503-1572), raffinato pittore di corte negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici, esponente di spicco dell’Accademia fiorentina e una delle maggiori figure del nostro Cinquecento.



2., 3. Michelangelo, Particolari dell’architettura e dell’ornamentazione scultorea della Biblioteca Laurenziana, Firenze 1525-34

*4. Agnolo Bronzino, Ritratto di giovane con libro, ol./tav., 95,5 x 75 cm , 1535-40 ca.
New York, Metropolitan Museum

*5. Agnolo Bronzino, Ritratto di Ugolino Martelli, olio su tav. 102 x 85 cm, 1535-38 ca.
Berlino-Dahlem, Gemäldegalerie

*6. Agnolo Bronzino, Ritratto di Bartolomeo Panciatichi, ol./tav., cm 104 x 85 , 1540 ca.

*7. Agnolo Bronzino, Allegoria della Giustizia, affresco, 1540-41
Firenze, Palazzo Vecchio, Cappella di Eleonora da Toledo

*8. Bronzino, Allegoria della Temperanza, affresco, 1540-41
Firenze, Palazzo Vecchio, Cappella di Eleonora da Toledo

Una parte consistente delle collezioni medicee del Quattrocento è costituita da gemme e monete antiche,  da cui gli artisti della cerchia, come negli esempi appena visti, traggono ispirazione per soluzioni stilistiche e temi iconografici. L’offrire a valenti giovani artisti l’accesso alla collezione dei marmi antichi (custoditi nel Giardino di San Marco) e a quella delle gemme, oltre che alla conversazione con umanisti e intellettuali della cerchia familiare, costituisce il primo germe dell’idea di un’accademia d’arte. La prima Accademia di belle arti della storia, concepita con la formula tuttora in uso di luogo d’incontro fra i saperi artigianali connessi all’arte e discipline umanistiche, prenderà in effetti una forma istituzionale proprio a Firenze oltre mezzo secolo dopo: si tratta dell’Accademia del Disegno fondata nel 1562 da Giorgio Vasari, e cui furono messi a capo come “principi”, e significativamente posti sullo stesso piano, Michelangelo Buonarroti, allora all’apice della fama, e il granduca di Firenze Cosimo I de’ Medici.


Bibliografia

Su Michelangelo e Bronzino:
F. HARTT, Michelangelo/I disegni, trad.it. Milano, Garzanti, 1972
E. BACCHESCHI, L’opera completa del Bronzino, Milano, Rizzoli (“Classici dell’Arte”, N°70), 1973
C. FALCIANI e A. NATALI (a cura di), Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici, Firenze, Mandragora, 2011
http://www.palazzostrozzi.org/SezioneBronzino.jsp?titolo=Cataloghi&idSezione=359

Sulle collezioni medicee, la loro influenza sugli artisti e le origini dell’Accademia del Disegno a Firenze:

N.DACOS, Arte italiana e arte antica, in Storia dell’Arte italiana, Parte prima, volume terzo, Torino, Einaudi, 1979
F. M. TUENA, G. MORI, Il tesoro dei Medici/Collezionismo a Firenze dal Quattrocento al Seicento, Firenze, Giunti (“Art Dossier N° 18), 1987
N. PEVSNER, Le Accademie d’arte (1940) , trad. it. Torino,  Einaudi, 1982





Nessun commento:

Posta un commento