martedì 12 giugno 2012

BIENNIO 12. Sophie Calle, Fiona Tan, El Anatsuj, Yinka Shonibare



a) Sophie Calle



http://www.beppesebaste.com/incontri/sophie_calle.html :


“All’epoca della sua prima opera (Les Dormeurs, Biennale di Venezia 1979) Sophie Calle ha ventisei anni: ha invitato a dormire nel suo letto ventinove tra amici e sconosciuti, di cui ha fotografato il sonno a tutte le ore. A Venezia segue un uomo per quindici giorni, prendendo foto e appunti (Suite venitienne, 1980). Da quell’anno fino al 1993 conduce un lungo rituale di compleanno e conserva metodicamente i regali ricevuti. Nel 1981 si fa seguire da un detective privato da lei stessa ingaggiato a sua insaputa, e confronta i suoi rapporti con il proprio diario quotidiano. Lo stesso anno si fa assumere come cameriera in un hotel di Venezia, per fotografare le tracce di vita dei clienti. Nel 1983, dopo aver trovato per strada un’agendina con rubrica di indirizzi, invece di renderla al proprietario conduce su di lui un’inchiesta quotidiana, un feuilleton, sul giornale Libération, facendolo raccontare dalle persone che compaiono sulla sua rubrica. L’anno successivo, a Los Angeles, chiede agli abitanti dove siano gli angeli che danno il nome alla città (Les Anges, 1984). Avendo contemporaneamente ottenuto una borsa per il Giappone, sale sulla Transiberiana e ne fotografa il lentissimo viaggio, e soprattutto il suo compagno di cabina (Anatoli, 1984). Nel 1986 chiede a dei ciechi dalla nascita di dare una definizione personale della bellezza (Les aveugles) mentre dal 1988 al 2003 intraprende lavori autobiografici, tra cui quello sul dolore (Autobiographies e Douleur exquise)”


Nel 2007 Sophie Calle rappresenta la Francia al Padiglione nazionale della 52.ma Biennale di Venezia con l'opera:

1. Sophie Calle, Prenez soin de vous (Abbi cura di te), 2007

In quella stessa edizione, è presente anche fra gli artisti della mostra internazionale con:

2. Pas pu saisir la mort, 2007

DVD 13’, carta, ceramica (4 elementi), stampa b/n su aluglass.

opera dedicata alla madre scomparsa in quell’anno.


http://www.culturesfrance.com/medias/userfiles/CP%20Sophie%20Calle%20Venise%20(it.).pdf

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/02/25/sophie-calle.html





b) Fiona Tan



Fiona Tan, nata a Pekan Baru in Indonesia nel 1966, ha lasciato il paese a causa dell’intolleranza del regime e dopo un periodo in Australia si è stabilita con la sua famiglia d’origine ad Amsterdam, nei Paesi Bassi. Ha compiuto gli studi alla Gerrit Rietveld Academie e allla Rijksakademie van beeldende kunst di Amsterdam, la città dove attualmente vive e lavora.
La sua vicenda biografica è alla base del suo lavoro video, che è una riflessione sull’identità personale.

Fiona Tan ha rappresentato l’Olanda alla 53.ma Biennale di Venezia(2009), con il progetto appositamente realizzato Disorient; una riflessione sull’Oriente come immagine e su Venezia, città dall’identità molteplice.



3. Fiona Tan, Disorient, 2009, installazione audiovideo.

http://dailymotion.virgilio.it/video/xa6r7o_fiona-tan-disorient-at-53rd-la-bien_creation


http://www.cultframe.com/2009/07/disorient-mostra-fiona-tan-padiglione-olanda-biennale-arte-venezia/


http://www.messaggivisivi.com/?p=56



Le gallerie che rappresentano Fiona Tan sono:
Firth Street GalLery; Londra; Peter Freeman, Inc., New York; Wako Works of Art, Tokyo Vedere i rispettivi siti per ulteriori informazioni sull’artista e le sue attività recenti.


Nel Progetto Vox Populi, in corso a Londra, Fiona Tan sceglie fotografie realizzate dalla gente per mostrare ai londinesi la città di Londra vista da loro stessi.

http://thephotographersgallery.org.uk/3241/Vox-Populi/2101



c) El Anatsuj




El Anatsui, nato in Ghana nel 1944, ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1990 e nel 2007.
Le sue opere sono presenti nelle maggiori gallerie pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti. 'Erosion' (1995), una scultura monumentale, presentata nella sua prima personale all''October Gallery' di Londra, e' stata acquisita dallo Smithsonian Museo. 'Man's Cloth' e 'Woman's Cloth', fanno parte delle ultime acquisizioni del British Museum di Londra.

Attraverso l'utilizzo di materiali di recupero, come multicolori tappi corona, schiacciati, appiattiti, ricuciti, El Anatsui riesce a creare arazzi, spesso di grandi dimensioni, di straordinaria suggestione e bellezza che mantengono - trasformata - la forza espressiva del colore e della ricchezza dei tessuti Kente e dei preziosi abiti da cerimonia nyekor.
Le sue opere, realizzate con pezzi di legno, vecchi mortai, etichette di carta, cocci di terra cotta, assumono forme di grande bellezza e di nuova -matericita'", fedeli - tuttavia - nel rappresentare la tradizione piu' autentica e profonda della cultura africana e, al contempo, capaci di interpretarne le trasformazioni e le -contaminazioni" generate da una -modernita'"sempre piu' presente.

http://www.rossanaorlandi.com/



4. El Anatsuj, Dusasa 1, 2007. Venezia, Arsenale
Materiali riciclati (alluminio) e filo di rame.


5. El Anatsui, Nukae-1, 2006
Materiali riciclati e filo di rame


http://africa.si.edu/exhibits/nukae/


http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.octobergallery.co.uk/newsletters/el_anatsui_ny/el.jpg&imgrefurl=http://www.octobergallery.co.uk/newsletters/el_anatsui_ny/&usg=__27yRQUivsxoosAykxx_xo7dh8AE=&h=315&w=600&sz=69&hl=it&start=6&sig2=Qkxzxog7Kon7_b11aXSloQ&um=1&itbs=1&tbnid=eQTdmyKQsZQ2mM:&tbnh=71&tbnw=135&prev=/images%3Fq%3Del%2Banatsui%26um%3D1%26hl%3Dit%26client%3Dsafari%26sa%3DN%26rls%3Den%26tbs%3Disch:1&ei=qJHBS7DdHtK1sgaM-6iEBg

http://newsdesk.si.edu/releases/nmafa_large-sculptures.htm



http://www.yinkashonibarembe.com/present.html

http://www.e-flux.com/announcements/pascale-marthine-tayou-plastik-diagnostik/




Bibliografia

a) Sophie Calle, El Anatsui:


Oltre ai link già indicati, vedere: Robert Storr (a cura di) , Pensa con i sensi/ Senti con la mente, catalogo della 52.ma Biennale d’Arte, Venezia, Marsilio, 2007


b) Fiona Tan


Oltre ai link già indicati, vedere:

Daniel Birnbaum (a cura di ) Fare Mondi/Making Worlds…, Catalogo della 53.ma Biennale d’Arte, Venezia, Marsilio, 2009






lunedì 11 giugno 2012

AVVISO

ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA

Domani 12 giugno dalle 15 alle 16 avrà luogo la prevista visita guidata al Fondo Storico, introdotta dalla Dott.ssa Angela Munari, Referente per la catalogazione dei libri antichi a stampa e delle stampe antiche.

Appuntamento con gli studenti interessati presso l'Aula 22.

Prima e dopo la visita la lezione si terrà regolarmente.

11. ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA. Arte bizantina e civiltà dell’icona





  1. Modelli per il nuovo stile




*1. Lenzuolo funebre di una donna (detta “la dama dalla croce ansata”)

4 secolo d.C.

Antinopolis, Scavi Albert Gayet, 1900-1

Lino dipinto a tempera ed encausto

H. 1.66 m; W. 0.85 m

Parigi, Louvre. Dipartimento antichità egizie

AF 6440

http://www.louvre.fr/en/oeuvre-notices/womans-shroud



*2. La Vergine

Cupola dell’Ascensione, part.

II metà XII secolo

Venezia, San Marco

http://www.basilicasanmarco.it/WAI/ita/basilica/mosaici/interne/patrimonio_interno.bsm




Flavio Teodosio (347 - 395 d.C.), conosciuto anche come Teodosio I e Teodosio il Grande dagli scrittori cristiani, fu imperatore romano dal 379 alla morte.

Teodosio, passato alla storia per aver reso il Cristianesimo religione ufficiale di stato dell'Impero romano, fu l'ultimo a regnare sull’impero nella sua interezza: gli imperatori che ereditarono da lui il potere si spartirono l’immenso territorio, che in seguito non fu mai più governato da un solo uomo.

Teodosio promulgò nel 380 l'editto di Tessalonica, con il quale il cristianesimo diveniva la religione ufficiale dello stato.

La nuova legge riconosceva esplicitamente il primato delle sedi episcopali di Roma e di Alessandria in materia di teologia; grande influenza avevano inoltre i teologi di Costantinopoli, i quali, essendo sotto la diretta giurisdizione dell'imperatore, erano a volte destituiti o reintegrati in base al loro maggiore o minore grado di acquiescenza ai voleri imperiali.

Teodosio convocò inoltre nel 381 il primo concilio di Costantinopoli per condannare le eresie che si opponevano al credo niceno, da lui adottato come confessione cristiana ufficiale dell’impero; durante questo concilio venne elaborato il “simbolo niceno-costantinopolitano” (una estensione del primo credo niceno), largamente in uso ai giorni nostri nella liturgia cristiana.

Nel 383 il giorno di riposo settimanale, il dies solis, rinominato dies dominicus, divenne obbligatorio.

Altri provvedimenti nel 381 ribadirono la proibizione di tutti i riti pagani e stabilirono che coloro che da cristiani fossero ritornati alla religione pagana perdessero il diritto di fare testamento legale. Nel 382 si sanciva, tuttavia, la conservazione degli oggetti pagani che avessero valore artistico. Il divieto dei sacrifici cruenti e delle pratiche divinatorie ad essi collegate venne ribadito nel 385.





b) La tradizione del ritratto romano e il suo abbandono nell’età imperiale.



Dalla voce Ritratto romano repubblicano in Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Ritratto_romano_repubblicano):



Polibio descrive dettagliatamente[1] la consuetudine del patriziato romano dello ius imaginum, riconosciuta e disciplinata, che consisteva nel privilegio di tenere immagini degli avi nel cortile interno della casa (atrio). Questo diritto di tenere ritratti degli avi era ad appannaggio anche delle donne. Per questo si replicavano molte volte, in periodi differenti, le immagini che originariamente erano di cera, poi di bronzo e di marmo[2]. Il ritratto era qualcosa di privato, ma nell'accezione romana, che comprendeva anche lo Stato come suprema famiglia, entro la quale ogni cives aveva un ruolo nella Res publica. Il ritratto assumeva così anche valenze politiche, legate al vanto di avere avi illustri ed all'esempio che le loro figure potevano dare ai giovani, spronati ad eguagliare le imprese più grandi per accrescere la potenza di Roma. La committenza dei ritratti era quindi legata indissolubilmente al patriziato ed ebbe il maggior splendore nell'età sillana. Rende bene questa idea la statua del Togato Barberini, già ai Musei Capitolini e oggi alla Centrale Montemartini di Roma, dove un personaggio mostra con orgoglio i ritratti dei propri antenati, evidenziando in questa usanza la propria casta e esaltando la sua gens. La stessa statua dimostra anche come queste effigi non fossero ancora nello stile realistico tipico dell'epoca di Silla, ma seguissero il mite naturalismo ellenistico.

Lo stile di queste opere è secco e minuzioso nella resa dell'epidermide solcata dagli anni e dalle dure condizioni della vita tradizionale contadina. Il ritratto "veristico" divergeva definitivamente dai modelli alessandrini (ed ellenistici in generale) con i volti ridotti a dure maschere, dove non sono risparmiati i segni del tempo e della vita dura. Vi si legge un certo disprezzo altezzoso e un'inflessibile durezza, come nel famoso ritratto 535 del Museo Torlonia. Queste caratteristiche sembrano discostarsi volontariamente dall'eleganza e la mondanità degli sciolti ritratti ellenistici



A partire dal III-IV secolo d.C. , per reazione contro la sensualità e l’eccesso di naturalismo dell’arte ellenistica, inadatta a conferire sacralità alle immagini pubbliche soprattutto in un momento in cui l’autorità imperiale romana non era più salda come un tempo, anzi appariva incerta e minacciata, il modello di riferimento diventa quello egizio.


L’Egitto aveva prodotto immagini di sovrani deificati, eterni, immortali, immuni da difetti e deficienze terrene, ideali per fornire la base a una rinnovata iconografia imperiale.



3. Missorio di Teodosio (part.)

Anonimo, 388 o 393

Argento, diam. cm 74

Madrid, Real Academia de la Historia

http://www.google.it/search?client=safari&rls=en&q=missorio+di+teodosio&ie=UTF-8&oe=UTF-8&redir_esc=&ei=RBXWT5yID4Tl4QT6qbC6Aw



*4. Valentiniano II (371-392), da Afrodisia.

Istanbul, Museo Archeologico



5. Ritratto dell’imperatore Arcadio (?)

Marmo.

Fine IV secolo d.C.

Da scavi eseguiti presso la Facoltà di Lettere, Beyazit

Inv. 5028 T.

Istanbul, Museo Archeologico

http://it.wikipedia.org/wiki/Arcadio_di_Bisanzio



*6. Cammeo con Giove Egioco

I - II sec. d. C.

sardonice a strati bianchi, cm.6,8 x 6,3 x 1, 6

Collezione Girolamo Zulian

Venezia, Museo archeologico


http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it/index.php?it/190/sala-xii

http://books.google.com/books?id=ZlqudfwX2xIC&pg=PA289&lpg=PA289&dq=cammeo+Zulian&source=bl&ots=FIFzxmSZXv&sig=oqM00ZdsBQg9ewqZdZLeMdFVvOw&hl=en&ei=8NiCS9_BLYXesAaizqyqDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CCgQ6AEwBQ#v=onepage&q=cammeo%20Zulian&f=false


*7. Vitellio
detto “Grimani”

(I metà del II secolo d. C.)

marmo, h. cm. 48

Collezione Domenico Grimani

Venezia, Museo archeologico


http://it.wikipedia.org/wiki/Vitellio



8. Busto di Balbino

(prima metà del III sec. d. C.)

marmo, h. cm. 61

Collezione Grimani

Venezia, Museo archeologico


http://es.wikipedia.org/wiki/Balbino


9. Testa di Balbino

Marmo.

Efeso, Museo Archeologico


c) Iconoclastia


La formulazione dello stile detto “bizantino”, modellato in realtà su esempi egizi, procede anzitutto da precise esigenze di iconografia civile.

Il modello egizio non era d’altra parte immune da rischi, perché in Egitto l’immagine era idolo, venerata come tale, non semplice rappresentazione.

Questo, e più in generale la questione della liceità stessa delle immagini, darà origine non solo a dispute teologiche in ambito cristiano, ma a incredibili travagli religiosi e politici, rivolte, guerre, attraverso le quali prenderà forma il mondo iconografico che dominerà nell’arte occidentale per un migliaio di anni, fino al Rinascimento italiano, e perdurerà immutato praticamente fino ad oggi nell’arte del Cristianesimo orientale.




La paura della confusione idolatrica porterà al divieto della statua a tutto tondo nei luoghi di culto (permesso era solo il rilievo bassissimo; preferite sono le immagini bidimensionali, nelle quali la chiarezza didascalica deve in ogni caso prevalere sull’effetto naturalistico).




10,11 . Venezia, Basilica di San Marco, navata centrale: part. della decorazione musiva, sec. XII.



Da osservare in questa immagine come le figure collocate nei sottarchi non tentino in alcun modo di collocarsi in una spazialità illusiva, anzi seguano la curvatura del supporto, sottlineando così l’immaterialità della figura rappresentata.


I predetti divieti, in particolare l’interdizione della plastica a tutto tondo, si attenueranno gradualmente a partire dal XII-XIII secolo, soprattutto in ambito occidentale.



d) La Bibbia degli analfabeti


Le immagini sulle pareti delle chiese erano “la Scrittura per gli analfabeti”, usate dai predicatori per illustrare e meglio sottolineare aspetti della vita dei Santi o episodi della storia sacra.


Da notare come le parole spesso accompagnino queste immagini; sono scritture talvolta abbreviate, essenziali, che però svolgono un ruolo sia pure elementare di alfabetizzazione: sono le immagini che guidano il popolo alla comprensione dei segni della scrittura, non il contrario.




12. La Vergine orante

Mosaico, secolo XII

Murano, Basilica dei Santi Maria e Donato, abside


13a, 13b. Il Giudizio Finale, particolari: Cristo libera i Patriarchi e la Resurrezione dai morti. Mosaico, secolo XII

Torcello, Duomo




Bibliografia


Su Teodosio e le sue riforme in campo religioso ed artistico:


http://it.wikipedia.org/wiki/Teodosio_I



Sull’icona:

Pavel A.Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, a cura di E. Zolla, Adelphi, Milano 1977



Sull’iconoclastia:


http://it.wikipedia.org/wiki/Iconoclastia

http://it.wikipedia.org/wiki/Concilio_di_Nicea_II

Francesco Arduini, La disputa iconoclasta/Indagine sulle ragioni, in “InStoria, Rivista Online di storia e informazione”, N°4, aprile 2008,

http://www.instoria.it/home/disputa_iconoclasta.htm

AVVISO

ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA

Domani 12 giugno dalle 15 alle 16 avrà luogo la prevista visita guidata al Fondo Storico, introdotta dalla Dott.ssa Angela Munari, Referente per la catalogazione dei libri antichi a stampa e delle stampe antiche.

Appuntamento con gli studenti interessati presso l'Aula 22.

Prima e dopo la visita la lezione si terrà regolarmente.





10. ELEMENTI DI ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA. Arte greca: l’invenzione della mimesi o imitazione, finzione.



La pittura vascolare non può adeguatamente darci un’idea della pittura greca vera e propria, completamente perduta; e tuttavia dà il senso di alcune delle ricerche, comuni anche al teatro e alla letteratura, che pongono i Greci come inventori di uno sviluppo del tutto originale nella storia dell’arte occidentale: l’invenzione della mimesi o finzione.

http://en.wikipedia.org/wiki/Mimesis


Lo sviluppo tecnico della pirttura vascolare vede il passaggio dall’arcaica tecnica “a figure nere” a quella “a figure rosse”, che permette un dettaglio più fine e quindi maggiori possibilità descrittive e narrative.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ceramica_greca


Gli artisti mettono a punto artifici narrativi, come l’anticipazione o la suspense, che rendono le scene sempre più evocative, e permettono allo spettatore di completare gli episodi con l’immaginazione.

(http://it.wikipedia.org/wiki/Suspense)



*1. Ceramista arcaico attico detto il “Maestro del Dypilon”

Vaso del Dypilon, insieme e particolare. 760 e il 750 circa a.C.

Alt. cm 155

Atene, Museo Archeologico Nazionale

http://it.wikipedia.org/wiki/Vaso_di_Dipylon


2. Ceramista greco del VI secolo a.C. ( “Stile di Fikellura”), Vaso dell’uomo in corsa.

Realizzato a Mileto, Asia Minore (attuale Turchia); proveniente da Kamiros, Rodi

Londra, British Museum


*3. Exekias, Dioniso in mare.

Kylix datata 530 BC, opera tardiva di Exekias. Rinvenuta in una tomba di Vulci alla metà del XIX secolo

Monaco, Staatliche Antikensammlungen.


Exekias (ateniese, attivo ca. 550- 530 a.C.) è senza dubbio il maggiore artista fra quelli che si sono espressi nella tecnica delle figure nere. Se la tecnica stessa, e il caratterizzare i personaggi prevalentemente di profilo, sono in lui tratti nettamente arcaici, il suo modo di isolare l’erope al centro della rappresentazione, e di focalizzare sugli aspetti psicologici della sua vicenda, è già proprio del linguaggio classico.



*4. Exechias, Il suicidio di Aiace. Part. di un vaso a figure nere.

Boulogne, Musée Communale, 558



La cromia a figure nere, con alcuni dettagli evidenziati in bianco e in rosso, si ripeteva uguale nella statuaria ancora alle soglie dell’età classica, come mostra il bronzo A di Riace:


Insieme all'Auriga di Delfi e al Cronide di Capo Artemisio, oggi conservati presso il Museo Archeologico di Atene, i celeberrimi Bronzi di Riace vengono a ragione considerati la massima espressione della scultura bronzea dell'antico occidente ellenico. Le statue, esposte presso la sezione di archeologia subacquea del Museo Archeologico di Reggio Calabria, sono ancora oggetto di studi e discussioni per definirne il contesto di provenienza, nochè la paternità, da qualcuno attribuisce alla scuola di Fidia.
Si tratta di due sculture in bronzo del V secolo a.C. rinvenute nel 1972 nelle acque antistanti Riace sulla costa ionica locrese, raffiguranti due guerrieri. Entrambi avevano in origine uno scudo al braccio sinistro e una lancia nella mano destra, e probabilmente un elmo sulla testa. Il bronzo denominato A, quello dall'aspetto più giovane, è alto 198 centimetri ed è databile intorno al 470 a.C.

Ceramica a figure rosse (530 a.C. – IV secolo a.C.) : fu introdotta ad Atene attorno al 530-525 a.C. e rimase in auge fino al IV secolo a.C.

Atene si riconferma centro di propulsione di questo stile pittorico vascolare introdotto dal Pittore di Andocide, allievo di Exekias, e consistente nel risparmiare le figure (rosse) sul resto del fondo nero del vaso.

Grandi pittori di questo stile sono Olto, Eufronio, il Pittore di Cleofrade, il Pittore di Brigo, il Pittore di Berlino, Duride, Macrone e altri che utilizzano i primi esempi di scorcio, di torsione e di dettagli anatomici realistici.





*5. “Pittore di Brigo”, Priamo si reca da Achille a chiedere il corpo di Ettore. Dettaglio da un vaso (scifo) ateniese a figure rosse, 500-450 a.C.

Vienna, Kunsthistorisches Museum

Brigo, ceramista attico della fine del sec. VI a. C. - inizî del V, ; firmò 13 vasi a figure rosse. I due capolavori sono la tazza con Iliuperside al Louvre e quella dei Sileni con Iride ed Era a Londra. È uno dei più grandi maestri dello stile severo, non privo di sfumature umoristiche.

Priamo, ultimo re di Troia, figlio di Laomedonte. Aveva avuto 17 (o 19) figli dalla seconda moglie Ecuba (fra i quali Ettore, Paride, Toilo), e 50 da diverse altre concubine. All’assedio di Troia fu ucciso dal violento Neottolemo, figlio di Achille, su un altare.

La sua iconografia più famosa è questa, che lo raffigura mentre si reca con doni alla tenda di Achille, a chiedere la restituzione del corpo del figlio Ettore, ucciso dall’eroe greco.

Questo artista a figure rosse dilata la sua narrazione dell’aneddoto, descrivendo la scena con effetto di suspense.

La nuova tecnica a figure rosse dilata le possibilità di dettagliare il racconto; gli artisti aumentano progressivamente le dimensioni delle loro vignette, inventando soluzioni narrative per le aree più difficili del vaso:



*6. “Pittore di Kleophrades”, La caduta di di Troia, Aiace e Cassandra. Idria,

V secolo a.C. (500-475 a.C.)

Napoli, Museo Archeologico Nazionale


7. “Pittore di Brigo”, Scene dall’Iliuperside. Kylix attico a figure rosse, verso il 490 a. C.

Provenienza: Vulci.

Parigi, Louvre


8. Ceramista attico a figure nere, Achille e Pentesilea.

Monaco, Staatliche Antikensammlungen


9. Exekias, Achille e Pentessilea, 525 a.C. circa.

Provenienza: Vulci
Londra, British Museum



10. “Pittore di Pentesilea”, Achille e Pentesilea, coppa.
460 a. C. circa

Provenienza: Vulci

Monaco Staatliche Antikensammlungen




Pentesilea (greco: Πενθεσίλεια; latino: Penthesilea), con le possibili varianti di Pantasilea e Pentasilea, è una figura della mitologia greca, figlia di Ares e di Otrera, e sorella di Ippolita, Antiope e Melanippa. Fu regina delle Amazzoni, il popolo di donne guerriere abitanti della Scizia e dell'odierno Ponto, antica regione dell'Asia Minore.

Prode eroina e fanciulla bellissima, fu richiamata da Priamo nel decimo anno del conflitto troiano, a seguito della morte di Ettore, per respingere le file achee. Pentesilea portò scompiglio tra le orde nemiche, risollevando momentaneamente le sorti dei Troiani, ma fu colpita a morte da Achille.


La sequenza di immagini, che mostra come il tema trattato da vari artisti fra l’età arcaica e e quella classica, mostra la narrazione farsi via via più intima e attenta alla descrizione delle emozioni.



Nato nel 475 a.C., morto nel 450 a.C ., il “Pittore di Pentessilea” ha composto coppe di grandi dimensioni in stile a figure rosse, anche policrome, su fondo nero, come la grande coppa di Monaco con Achille che uccide Pentesilea, la coppa con Apollo e Tito ( Staatiche Antikensammlungen) e una coppa con Zeus e Ganimede (Ferrara, Museo).







Bibliografia



J.CHARBONNEAUX, R.MARTIN, F.VILLARD, La Grecia arcaica (620-480 a.C.), Milano, Rizzoli (“BUR Arte”), 19782

martedì 5 giugno 2012

BIENNIO 11. Leo Villareal, Sarah Sze, Steiner & Lenzliger/ Concept store





a) Arte, mercato, branding: lettura di




The Ascent of Gerhard Richter: Inside the German Painter's Rise From Cool Outsider to Auction Rockstar

http://artinfo.com/news/story/806758/the-ascent-of-gerhard-richter-inside-the-german-painters-rise-from-cool-outsider-to-auction-rockstar



b) Temi d’arte contemporanea:


Margherita Manzelli
(Ravenna, 1968)

Nata a Ravenna nel 1968, Margherita Manzelli è tra i nomi di maggior rilievo nel panorama artistico italiano.
Ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive in Italia (Castello di Rivoli, Studio Guenzani e Viafarini a Milano) e all'estero (Whitechapel e Greengrassi a Londra, Centre d'Art Contemporain a Ginevra e VI Biennale di Istanbul), e ha rappresentato il nostro paese in occasione della Biennale di San Paolo, Brasile, nel 2002.


*1. Leo Villareal, Multiverse, 2008, light-emitting diodes (LEDs), Mac mini, and electronic circuitry, 2009

Washington, National Gallery


http://en.wikipedia.org/wiki/Leo_Villareal


http://www.dripbook.com/jamesewing/book/ideal-tomorrows-yesterday-and-today/#599954


http://thebaylights.org/


*2. Sarah Sze

Tilting Planet, insieme di installazioni, 2006-7

Londra, Baltic Centre

http://www.balticmill.com/whats-on/exhibitions/detail/sarah-sze

http://arttattler.com/archivesarahsze.html

http://www.typepad.com/services/trackback/6a00d8341c2c8053ef00e54eed0ff78834

http://onenightatthesands.wordpress.com/2009/04/20/sarah-sze-tilting-planet/



Sarah Sze è nata a Boston nel 1969 e vive e lavora a New York. Ha studiato alla Yale University di New Haven, Connecticut, e alla School of Visual Art di New York. Ha esposto in tutto il mondo, tra cui alla Biennale di Venezia nel 1999, al Whitney Museum di New York nel 2003, e all'Institute of Contemporary Arts di Londra nel 1998. Sarah Sze acquista sempre la maggior parte dei suoi materiali nel luogo in cui l'installazione verrà realizzata. Un martello dagli Stati Uniti non è uguale a uno del Giappone. Trova spesso quello di cui ha bisogno nei negozi di materiali da costruzione, che sono ormai così comuni ovunque. Gli oggetti che usa spesso nelle sue sculture variano da fiammiferi, lana di vetro e cavi per impianti, a ventilatori e le scale. Spesso utilizza diverse migliaia di esemplari dello stesso oggetto. Quando questi oggetti di uso quotidiano sono disposti uno accanto all'altro a formare sciami interi, il loro significato originale si trasforma. Ms. Sze (pronunciato ZEE), 43 anni, è stata scelta dall'Ufficio di Presidenza del Dipartimento di Stato degli Affari Educativi e Culturali degli USA, che promuove gli scambi culturali in tutto il mondo, come artista che rappresenterà gli U:S:A. alla Biennale Arte 2013. Holly Block, direttrice del Museo delle Arti del Bronx, e Carey Lovelace, critico e curatore indipendente, hanno proposto la Mrs. Sze per la Biennale. Le due curatrici organizzeranno la mostra insieme, con il Museo del Bronx che agisce come istituzione coordinante.



3. Jason Rhoades & Paul McCarthy, Propposition, 1998-99, installazione

Biennale Arte, Mostra dAPERTutto, Direttore: Harald Szeeman.

Venezia, Artiglierie dell’Arsenale



http://www.hauserwirth.com/artists/37/jason-rhoades/images-clips/18/




*4. Gerda Steiner (* 1967 in Ettiswil, Schweiz) Jörg Lenzlinger (* 1964 in Uster, Schweiz).

Fallender Garten, 2003, installazione

Padiglione Svizzero alla 50.ma Biennale Arte di Venezia, Chiesa di San Stae. Direttore: Francesco Bonami



http://cubeme.com/blog/2009/03/05/the-water-hole-by-gerda-steiner-and-jorg-lenzlinger/

http://cubeme.com/blog/2009/03/05/the-water-hole-by-gerda-steiner-and-jorg-lenzlinger/



b. Concept store



Il primo concept store è stato aperto a New York nel 1986 dallo stilista statunitense Ralph Lauren.

“La capacità di accoglienza e il comfort stabiliscono i punti cardine della strategia del concept store: l’obiettivo infatti è quello di incrementare il numero dei visitatori e aumentare la loro permanenza all’interno del negozio. Quanto più si prolunga la durata della visita, tanto maggiore appare la probabilità di acquisto. Al contempo, la varietà dell’offerta permette anche di differenziare i target cui sono rivolte le proposte di esperienza. Lo stesso luogo che durante la giornata può proporre articoli di design per la casa, profumi, moda – la sera può trasformarsi in un luogo di attrazione per l’aperitivo, o in una libreria con sala da tè. Lo scopo è sempre quello di creare un universo completo di attese e di bisogni intorno ad un argomento, capace di connettere la molteplicità di oggetti e di servizi articolati nello spazio del concept store” (http://it.wikipedia.org/wiki/Concept_store).


http://blog.lamiaombra.it/2009/02/16/armani5th-avenue-il-concept-store-di-new-york/



Il concept store è una nuova forma di spettacolo, che non esisteva o era di portata assai più limitata qualche decennio fa, quando il negozio tradizionale lasciava le merci dietro il banco e frapponeva tra esse e il cliente un addetto alla vendita. In Italia il fenomeno è stato precorso, cosa singolare in un paese che non brilla per la diffusione del libro e della lettura in generale, proprio dalle Liberie Feltrinelli, che furono le prime a disporre i libri sui tavoli, per la libera consultazione da parte del lettore, introducendo in libreria oggetti d’intrattenimento ludico come i flipper e Juke-Box, cosa che destò scandalo all’epoca (1964; http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/infoutili/storia.html), un atteggiamento che è stato in seguito largamente imitato ed oggi è generalizzato.

Quella che un tempo la “vetrina”, il luogo d’invito tradizionale del negozio, ben distinta dallo spazio di vendita vero e proprio, si è estesa all’intero ambiente.


Dal punto di vista delle arti visive, questo significa che forme di espressione come l’installazione, e più genericamente la mostra d’arte, si trovano confrontate con un fenomeno di “concorrenza” da parte dell’ambito commerciale che un tempo non esisteva.






Bibliografia

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